Last Updated on 28 Novembre 2018 by Micaela

Ammetto la mia completa ignoranza in materia, quindi prendete per rudimentali le informazioni che trovate in questo post, sono il frutto del mio girovagare nella rete.
Mi piace poter condividere quanto ho appreso navigando tra i vari siti più competenti e leggendo nei vari gruppi che frequento.
Comunque sia, la matematica montessori si inizia ad apprendere da piccoli, piccolissimi.
Più che altro, i bimbi vengono a conoscenza, attraverso l’esperienza, di nozioni di logica, di concetti quale: più grande – più piccolo, o anche il fatto stesso di “mettere a posto” secondo un criterio.
Insomma, esercizi banalissimi come costruire una torre partendo dal pezzo più grande al più piccolo, è un esercizio montessori che affina le capacità di capire le dimensioni di un oggetto e lo sviluppare tridimensionalmente un lavoro.

Poi ci sono gli anelli, anche questi di dimensioni differenti, con i diversi concetti di “maggiore” e “minore”. Qui, poi, c’è anche la capacità di affinare la tecnica della motricità: saper infilare gli anelli su un perno. Anche questa è un’attività montessoriana e non lo sapevo…

E ancora, ci sono i megapuzzle in legno con il pirulicchio con cui afferrarli più facilmente, per distinguere le diverse forme e i contesti in cui inserire un pezzo piuttosto che un altro.

Ecco.
Non lo sapevo.

Ho inoltre scoperto che: Maria Montessori è stata rivoluzionaria nei suoi metodi educativi perchè lei metteva non soltanto al centro il bambino, con le sue necessità, ma ha cercato di costruirgli attorno un mondo a sua misura, proprio per insegnargli a fare da solo, in completa autonomia.
Se ci pensiamo, questo è grandioso.
E poi, si impara non soltanto con la mente, ma con tutto il corpo: quindi via ad esperienze sensoriali, soprattutto al tatto nei primi mesi di vita, facendo conoscere diverse consistenze, materiali, temperature.
E poi giocare… giocare… giocare…
Perchè giocare è una cosa seria, serissima!
Nel gioco non ci sono preconcetti, non ci sono cose “giuste” o cose “sbagliate”, non ci sono freni che potrebbero condizionare a priori, non ci sono critiche e giudizi. Per questo il bimbo non si sente sotto osservazione ed è libero di esprimersi. Questo fa sì che possa imparare più facilmente, perchè non c’è timore di sbagliare e quindi di non sapere.
La paura di prendere un brutto voto, di essere sgridati perchè non all’altezza delle aspettative, molte volte blocca l’esperienza del bambino, ecco… questo nel gioco non accade!

Il gioco LIBERO è il migliore per imparare, per crescere: si comincia a giocare e non si sa dove si andrà a finire, le regole si creano man mano, la fantasia galoppa… ma per fare questo, bisogna scegliere il luogo adatto ed il giocattolo adatto… a mio avviso il miglior giocattolo è il NIENTE!
Col niente il bimbo è “costretto” ad inventarselo, a costruirselo.
O anche, con le costruzioni, ad esempio… è bene seguire le istruzioni per costruire la fattoria o anche una casa… ma perchè non costruire anche dell’ALTRO!? In fondo i mattoncini sono lì che aspettano soltanto la fantasia del bimbo. E ne escono fuori delle belle, ogni volta. Non importa il risultato, non si deve diventare ingegneri… importa l’esperienza che ha fatto il bambino e ogni volta è una esperienza diversa dalla precedente.

Da quel che ho capito, molti videogiochi, quasi tutti, dettano troppe regole, il percorso è già deciso e digerito, il bambino ha ben pochi gradi di libertà. Deve camminare su quei binari e basta.
Questo non è imparare. Almeno, non in termini montessoriani.

Il gioco migliore, sempre secondo la Montessori, è il gioco del “far finta”, il gioco dei ruoli, per simulare la vita reale, quella che circonda il bambino: far finta di fare la spesa, di essere dal dottore, di fare a mamma e a figlia.
Sono tutti giochi, questi, che conducono il bambino a trovare delle soluzioni aperte, di trovare alternative e di pensare anche agli altri partecipanti al gioco.
Quando una domanda se la pone il bimbo stesso, la risposta verrà assimilata meglio e più in fretta. E’ la curiosità il motore di tutto e la chiave di volta per l’apprendimento è appunto instillare la giusta dose di curiosità.
A noi il compito di accompagnarli, di assecondarli, di rispondere… e non è facile. Soprattutto per noi.
Dobbiamo metterci al livello del bambino e aiutarlo a fare da solo!

Precisazione DOVEROSA spiegatami direttamente da un’esperta delle attività montessori, Claudia Porta:

Solo un dettaglio, che è però di grande importanza. Negli ambienti Montessori non si “gioca a far finta di” ma si fa. Davvero. Si cucina, si lavano i piatti, si annaffiano le piante, si telefona al museo per organizzare una visita. Le responsabilità ovviamente cambiano con il passare degli anni, ma è tutta “vita vera”. Non ci sono stoviglie giocattolo ma stoviglie vere a misura di bambino. E questo vale per tutti gli altri oggetti proposti.

Grazie mille, Claudia… ti seguirò sulla tua pagina dedicata.

5 pensiero su “Attività di ispirazione montessoriana e non lo sapevo…”
  1. ma sai che io allora sto facendo un buon lavoro montessoriano, e senza saperlo??
    Leggendo il tuo post e come hai fatto tu: girovagando, ho scoperto che noi ‘viviamo’ così!
    …cioè…sono una montessoriana innata!
    😀

  2. Sai che qualche decennio fa il metodo Montessori è stato “travisato” e quindi messo al bando? Te lo dico perché me lo ricordo (ahem… son nonna!). Non per il metodo basato sul gioco, quanto sul resto… ai bambini montessoriani (si diceva) era permesso fare di tutto, proprio in nome della libertà di espressione e di opinione. Risultato: se mal applicato il metodo veniva considerato un vero e proprio disastro, perché faceva crescere piccoli selvaggi. Ripeto, lo dico solo per tua esclusiva documentazione. Peraltro, il metodo di gioco della Montessori lo applico anch’io!

  3. Io ho frequentato un asilo “montessoriano” e ricordo che aiutavamo a servire in tavola, a lavare e asciugare i piatti. Sono passati 52 anni e me lo ricordo ancora con piacere. Che bello che è Massimo! Ciao, Tina

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