Last Updated on 15 Luglio 2017 by Micaela

Miriam, la mia primogenita (terza elementare ora), sta cambiando.
Sta crescendo in fretta.
Sta cominciando ad afferrare il piacere del sapere. Un piacere proprio, fine a se stesso, un piacere strettamente collegato alla curiosità della conoscenza, al voler scoprire come va a finire, a scovare i perchè dei perchè.

Da cosa l’ho capito?
Semplice: ha scoperto il piacere della lettura.
Tempo fa mi crucciavo sulla sua idiosincrasia per qualsiasi forma di lettura, che si trattasse della lista della spesa, di un breve racconto, di un fumetto o di un cartellone pubblicitario, lei si rifiutava categoricamente: “Noooooo, mammmaaaaaaa! Ho finito i compiti!!!! Non mi va!!!!
Già lo stretto indispensabile lo svolgeva con grande fatica, figuriamoci se doveva fare anche soltanto un minimo sforzo in più: la lagna era sempre in agguato!

Ho provato a chiedere in giro suggerimenti su come appassionarla alla lettura, a come avvicinarla a questo tesoro incommensurabile. Io, poi, che ho sempre amato leggere, che ho sempre divorato qualsiasi volume, che ho lavorato in biblioteca, che non so stare senza una pila di libri sul mio comodino. Sempre. Mi chiedevo: “Ma dove ho sbagliato?!” come se la cosa dipendesse da me.

Leggere: dare l’esempio funziona davvero!

Ovvero. Sì, diciamo che sarebbe dipeso da me nel momento in cui avessi preteso da lei di leggere, senza che io toccassi un libro, nemmeno da lontano.
Questo è ovvio. Il modello e la coerenza, innanzitutto

Tanto tanto materiale a disposizione in qualsiasi momento

bambini-leggono-da-soli

La mia strategia è stata molto semplice: ho disseminato in casa libri e libricini alla sua portata, di tematiche differenti, di lunghezze differenti: da piccoli classici, a mitologia, a favole e libri che raccontano storie di film che a lei piacciono, libri su cavalli, pianeti, storia e fate e principesse. Tutto. Abbiamo una biblioteca per bambini in casa che spazia in lungo e in largo.
Ho continuato a coinvolgerla nella scelta dei libri, quando capitava di andare in libreria.
Sto prendendo questo libro per me, tu hai visto qualcosa che ti interessa?
E trovava sempre un testo che lì per lì la affascinava, ma puntualmente, una volta tornate a casa, quel libro perdeva magicamente il suo fascino e finiva infilato da qualche parte o posato sulla sua scrivania in mezzo alle mille cose che ha.

Non ho mollato. Ho continuato a fare così.
Ho continuato io a leggere, per loro la sera, per me stessa nei momenti di tranquillità.
Ho continuato a leggere e leggere e leggere.

Poi, da qualche settimana, la svolta: Miriam si aggira per casa con i dimenticati libricini comprati in tanti mesi. Trova il suo angoletto dove rintanarsi e si mette a leggere.
Ha ripreso in mano libri dimenticati e ormai impolverati.
Sta lì, in silenzio, anche per parecchio e legge…

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Leggere: un momento di piacere comodo

Ultimamente poi, sono stata all’Ikea ed ho trovato un lumicino da applicare al suo letto (lei dorme al piano di sopra del letto a castello) e non avrei mai immaginato che la sua reazione sarebbe stata così tanto di sorpresa e di gioia! Ormai ha il suo posto comodo per stare per conto suo. La sera, quando vede che io mi allontano sul mio letto a leggere, lei fa altrettanto.
Poi vado a salutarla e lei mi accenna al punto della storia in cui è arrivata.
E me lo dice con tanto orgoglio e divertimento.
Comincia poi con le supposizioni di come potranno andare a svilupparsi le cose.
Io sorrido, spengo la lucetta: “Buonanotte Miri!

Ora tutto sta a far scattare lo stesso interruttore anche in Melania (seconda elementare), che pare essere ancora un osso duro e pigro da questo punto di vista. Staremo a vedere…
Non mollo.

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