Last Updated on 9 Ottobre 2019 by Micaela

Sono stata alla prima romana dello spettacolo Elvis il Musical al Teatro Brancaccio e vi posso con fermezza dire che c’è poco da stare fermi!
Si balla sulle sedie, si muove la testa, si scandisce il ritmo con le mani e si viene rapiti dalle atmosfere degli anni ’50 fino agli anni ’70!

Tanti i volti noti in platea, tutti curiosi di vedere questo spettacolo… non è facile essere all’altezza del mito e questo è un banco di prova eccezionale per tutti gli attori sul palco.

Elvis il musical a Roma dal 6 all’11 marzo 2018

Un pezzo di storia dell’umanità intera è racchiusa nella storia del re del rock ‘n roll, il vero e solo re: Elvis Presley.

La storia del mito della musica, comincia nel Mississipi. Nasce da una famiglia molto povera, ma di sani principi.
La sua passione per la musica e la chitarra è chiara sin dall’infanzia, infatti il ragazzino promette bene.

Raggiunge il successo quando ancora non aveva nemmeno 18 anni e tutto gli esplode contro ogni aspettativa. La vera chiave di svolta, per lui, è l’essere davvero unico e il sovvertire quelli che erano i canoni dell’epoca: un bianco che canta e si muove come un nero. Del resto, le sue origini del Mississipi e dell’influenza del rithm’n blues sono alla base della sua formazione artistica.

Il suo ancheggiare, visto da molti come atto osceno, il suo look, il suo volto angelico, il suo modo di cantare caldo e suadente, le sue canzoni innovative, lo rendono ben presto, agli occhi di tutti, come un dio, tanto da scatenare scene di isterismo collettivo mai viste prima sulla terra intera!

Da lì decolla il fenomeno Elvis e rimarrà nella storia della musica di tutti i tempi.

The King is back: Elvis il musical

Lo spettacolo rappresenta scene della vita di Elvis, vengono riproposti i momenti più importanti della sua carriera e le persone che gli sono ruotate attorno: oltre all’amatissima mamma, c’è la figura paterna molto presente, la stupenda Priscilla, donna che gli è rimasta affianco nonostante le tante scappatelle di lui, il manager… insomma, ci sono tutti.

Vengono raccontate le sue piccole e grandi manie, i suoi capricci, il suo sperpero di soldi, la sua mania di fare sempre di più e sempre meglio ed è proprio questo che lo allontanerà dagli affetti più sinceri.

Si racconta del suo sentirsi profondamente solo e completamente devoto alla sua musica e al suo pubblico, che ha sempre messo davanti ad ogni cosa.

E solo è morto, in una stanza d’albergo, durante una delle sue tournee in cui ha battuto ogni record.

Spezzoni di filmati inediti e non, vengono proiettati sulla scena, le più celebri canzoni vengono riproposte in arrangiamento assolutamente fedele e con voci meravigliose.

Sono tre, infatti, gli Elvis sulla scena: l’Elvis ragazzino, l’Elvis all’inizio della sua carriera e l’Elvis più grande e maturo (anche se pensarlo morto a soli 42 anni ridimensiona parecchio questo aggettivo “maturo”!).
La scena in cui si parlano i due Elvis giovane e maturo fa venire i brividi. Chissà se avesse rifatto gli stessi errori con il senno del poi. Forse sì.
Forse tutti noi li rifaremmo, nonostante tutto, se quel che facciamo è perchè ne siamo assolutamente convinti e se è la nostra vera vocazione.
Il “vecchio” Elvis è interpretato da Joe Ontario, super credibile nei suoi panni, in pratica Elvis se l’è bevuto, tanto lo riproduce fedelmente, non solo nella voce, ma nei movimenti, nelle espressioni del volto, nella camminata, fin nei piccoli gesti.


Il giovane Elvis è interpretato da Michel Orlando, un ragazzo strepitoso e frizzante, perfettamente calato nel personaggio anche lui, di grande talento ed espressione. La sua emozione si vedeva ed era bella, sana.

Se proprio volessimo fare un appunto al racconto della storia (proprio a cercare il pelo nell’uovo) è che nessuno spazio è stato dato alla figura dell’unica figlia di Elvis, Lisa Marie (colei che diventò poi moglie di Michael Jackson, il re del Pop… ho sempre trovato molto curiosa questa “coincidenza”, i due re legati dall’amore per una donna), con la quale pare che Elvis ebbe un legame autentico e profondo fino alla morte. Peccato.
Ma, mi rendo conto, che i tempi dello spettacolo non lasciano spazio a tutto. La vita di questo personaggio, così come la carriera musicale, sono così piene che non basterebbe una settimana intera per raccontarle tutte con dovizia di particolari.

Eppure, diversi particolari emergono ugualmente e appagano la curiosità dello spettatore che non conosce nel profondo questo personaggio.

I miei complimenti vanno a tutti gli attori, ballerini, cantanti e musicisti. Nessuno escluso.

La musica, tutta rigorosamente dal vivo, rende l’atmosfera ancora più calda e coinvolgente.

Bello spettacolo, bei momenti, bella musica. E brividi intensi nella performance “My way”.

Pensare che la sua musica sia superata, è da pazzi!!!! La sua musica fa ballare e coinvolge ancora oggi tutti!
Non importa qual è la tua età. Non importa se sei uomo o donna, non importa che genere di musica solitamente ascolti. Elvis mette d’accordo tutti!
E’ musica che ti prende direttamente lo stomaco e ti scuote. E’ una musica che lascia poco all’indifferenza, è musica… vera.

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Un pensiero su “Elvis il Musical: il rock ‘n roll è più vivo che mai!”

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