Last Updated on 31 Gennaio 2022 by Micaela

Immagina se dentro il tuo smartphone ci fosse un’intelligenza indipendente da te, una vita, un mondo che tu non vedi e che trascorre le sue giornate con una propria routine, con sentimenti e vicende.

Ti sembra impossibile?
Eppure è proprio così.
E’ quello che ci fa vedere “Emoji il film: accendi le emozioni”.

Emoji il film – Accendi le emozioni

Un ragazzino, un adolescente, ha il suo smartphone, dal quale non si scolla mai. E fin qui, tutto nella normalità.
E’ un tipo maldestro, che non riesce a tirare fuori i sentimenti che prova per una sua compagna di corso, anzi, ogni volta che ci prova, combina solo pasticci e risulta essere goffo e un po’ ridicolo.
Nel frattempo, quando apre le app del suo smartphone, per comunicare, si vede dietro il meccanismo che parte e che realizza quanto viene comandato con le dita sullo schermo. La città di Messaggiopoli prende vita e si rianima.
Ogni volta che si manda una emoticon, c’è tutta una serie di passaggi di selezione e di abilitazione alla messa su display.
Ovviamente poi, c’è l’emoji che predomina, quella che viene scelta più spesso, quella più cool, quella più ricercata… e poi ci sono quelle cadute nel dimenticatoio, quelle ormai in disuso, quelle di cui nessuno si cura più, perchè fuori moda e ormai obsolete (prendete ad esempio la manina che batte il 5, ormai è più figo battere il pugno, no?!).

Ecco. Tra tutte queste emoji, ce n’è una che ancora non ha capito quale emozione deve trasmettere, in quale senso è unica. Non trova la sua strada, la sua peculiarità, fino a che non manda il tilt il sistema quando viene selezionata per comparire in un messaggio. Insomma, Gene alza un macello apocalittico.
Il consiglio supremo di Messaggiopoli vuole farlo fuori, perchè ormai inutile. Lui scappa, e con se’ porta anche “Give me five” e “Rebel”,altre due emoji che vogliono riscattarsi e vedere altro.


Scappano da una app e l’altra, nel mondo infinto dello smartphone, scappando da virus e dai bot che danno loro la caccia.
Il loro obiettivo è quello di raggiungere il Cloud per riprogrammare Gene e farlo diventare una emoji con una propria caratteristica, in modo da annullare la sua cancellazione definitiva.

Ci riusciranno? E chi è Rebel? Perchè viene chiamata così?

Tutti e tre scopriranno di avere doti impensabili e scopriranno l’amicizia.
Non solo, Gene scoprirà di essere una emoji del tutto diversa e innovativa, quella che riuscirà a risollevare le sorti anche del goffo ragazzino, che forse si riscatterà agli occhi della dolce ragazza a cui vorrebbe chiedere di andare al ballo insieme.

Emozioni e faccette: ormai si comunica così

Devo dire che il film, all’inizio, sembra noioso e banale. Poi, un po’ perchè sono una nerd e un po’ perchè poi la storia decolla di suo, è diventato interessante.
Simpatico immaginare che quelle faccette possano avere una intelligenza e un loro mondo indipendente da noi. Simpatico vedere come evolvono stili di comunicazione e situazioni. Ormai si usano solo questi simboli per messaggiare, è diventato obsoleto anche solo scrivere “Ciao!”.
I nostri figli sono invischiati in questo mondo e affidano a queste faccette la comunicazione delle proprie emozioni e sentimenti. E non mi sento di dire che sia sbagliato o di giudicarlo in qualche modo.
Mi sento di dire che… è il loro modo.

Un bel filmetto da vedere tutti insieme, per farsi qualche risata e per cogliere le mille sfumature che si possono trovare.
Adatto a tutta la famiglia.

Quale emoji è piaciuta di più ai miei bambini e che li ha fatti più ridere?
Nemmeno a dirlo: la cacchetta!

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