Last Updated on 13 Luglio 2018 by Micaela

Piuttosto che…
piuttosto che…
piuttosto che… cosa????
piuttosto che

Non sono affatto una purista della lingua italiana, anzi, tutt’altro: contamino spesso e volentieri con termini da me inventati, con espressioni colorite e con dialetto spinto quello che scrivo e, soprattutto, quello che dico.
Mi piace contaminare la mia lingua con neologismi, termini inventati dai miei figli e con qualsiasi suono mi viene in mente. Non si dovrebbe fare, lo so, ma lo faccio. Quindi, ci sono poche cose che non tollero, riesco a leggere tutto, ma su queste pochissime cose inciampo, cado e non riesco ad andare avanti nella lettura. Chiudo e me ne vado.

Tra queste cose fastidiose, alcune sono delle mode del momento.

Capita spesso, poi, che a dirle e/o a scriverle sono persone competenti, che stimo, che apprezzo e che seguo volentieri.

Oltre al “Qual è” che si scrive SENZA apostrofo (battaglia, anche questa che combatto quasi quanto l’abolizione delle fragole a Natale), c’è un’altra espressione in voga negli ultimi tempi da eliminare: l’uso improprio del piuttosto che.

Piuttosto che sbagliare, non lo usare!

Ultimamente si usa l’avverbio piuttosto con diverse e mirabolanti accezioni:

  • come una congiunzione disgiuntiva “o”
  • ma anche come congiunzione copulativa “e”

Prendiamo ad esempio la frase: “Questo blog parla di cucina piuttosto che di creatività

Bene.
Oggi tale frase potrebbe avere ben 3 significati differenti:
“Questo blog parla o di cucina o di creatività”. E in questo modo si esclude una delle due possibilità (congiunzione disgiuntiva “o”).
“Questo blog parla di cucina e di creatività”. E in questo modo si intendono entrambe le possibilità (congiunzione copulativa “e”).
Entrambe questi significati non sono però corretti.
Il significato corretto della frase è: “Questo blog parla più di cucina che di creatività”, intendendo così il prevalere di una delle due possibilità sull’altra.
Non a caso, la parola piuttosto contiene la parola più, quindi ci deve necessariamente essere un elemento che predomina sull’altro.

Ok, non sono un’insegnante di italiano e non ne ho le competenze, ma non ci vuole una laurea o un master ed essere degli esperti della lingua per capire che è sbagliato, no?
E ok anche che la lingua evolve, bisogna quindi accettarne le sfumature, i neologismi e i nuovi costrutti, ma qui si sta involvendo e di tanto pure, andando anche contro il fine maggiore del linguaggio stesso: il rischio di non capirsi, di non intendere la stessa cosa quando si parla, insomma… di non comunicare!

E fa molto figo dirlo e sparpagliarlo qua e là nei discorsi, riempie la bocca, no? Dà un certo tono, nonchè regala un senso di snobismo a chi parla…
In realtà è del tutto sbagliato.

Piuttosto che usarlo in maniera sbagliata, non usatelo affatto, ok?
Rimando a queste considerazioni dell’Accadeamia della Crusca per curiosare un po’ e alla definizione del dizionario della Treccani.

5 pensiero su “Piuttosto che: uso, abuso e altro”
  1. Olè! Hai ragione questa non è evoluzione della lingua è proprio un errore grammaticale e logico! Ma ve lo ricordate il periodo del “cioè”? Meno male che poi tutto passa!!!

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