Last Updated on 31 Gennaio 2022 by Micaela

La commedia romantica italiana “4 metà” racconta le ramificazioni di varie storie nell’eventualità qualcosa nel destino avesse preso un’altra piega oppure se uno dei due avesse fatto un’altra scelta.
E la domanda se esiste o meno l’anima gemella prende sempre più piede, fino a trovare quasi una risposta che non ha nulla di mistico o superiore.

Capita a volte di pensare: “E se quella sera non fossi uscita?”, “E se non avessi accettato?”, “E se invece avessi accettato?”, ecco, il destino avrebbe preso tutta un’altra piega e forse non sarei qui a scrivere. O forse sì, chissà. Non vi capita mai? Beh, a me sì, spesso. Poi mi faccio una birra e mi passa. Ma vabbè.

4 metà: due coppie, 4 storie diverse possibili

2 coppie si incontrano ad una cena combinata a casa di amici in comune. Gli amici che hanno organizzato la cena, sono una coppia sposata, insieme da una vita che sembra avere la risposta alla fatidica domanda. Dall’alto del loro rapporto ormai consolidato e corroborato, hanno la risposta. Non hanno, di certo, la ricetta magica per far fuzionare, ma danno diversi spunti.

Ha ragione Platone nel mito delle metà? E’ vero che per ciascuno di noi esiste una sola altra persona che perfettamente si incastra con noi e rappresenta l’altra nostra metà?
Oppure è una affinità che si delinea man mano, in base alle circostanze, ai progetti condivisi, agli smussamenti reciproci fino a diventare esattamente perfetti l’uno per l’altra?

Esiste l’anima gemella a prescindere?

Il film dimostra che è vera la seconda ipotesi.
Qualsiasi sia la combinazione delle due coppie, in ogni caso, nella storia d’amore esistono momenti di crisi, momenti di grande immensa gioia, momenti di complicità e momenti di incomprensione. In tutte le combinazioni possibili si dimostra che se c’è la volontà di far funzionare le cose, bene o male, queste funzionano.
La volontà, ovviamente, deve essere da entrambe le parti.
In tutti gli scenari, si esplora una piega possibile.

Un ritmo un po’ confuso

La narrazione è frammentata, le varie linee delle storie si alternano e si intrecciano. E’ certamente originale, ma è efficace solo all’inizio, poi diventa un po’ confusionaria e faticosa da seguire. Chi sta con chi? Un po’ disorientante.

Insomma, la storia delle “sliding doors” è cosa abbastanza nota, ma qui si esplora con l’intento di dimostrare che alla fine non cambia poi moltissimo.

Ah, l’ambientazione di Roma è sempre perfetta per questo genere di film.

Forse potrebbe anche interessarti:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *