Last Updated on 28 Novembre 2018 by Micaela

Ultimamente si legge sempre più spesso di casi in cui, per rispetto ad altre culture differenti e in nome dell’integrazione, si debba fare un passo indietro e rivedere alcune nostre tradizioni e usanze.
Soprattutto a scuola, che è la culla dell’integrazione delle nuove generazioni.

Tutto bene: se la cosa lede la suscettibilità delle altre usanze e religioni, mi sta bene, è anche giusto e doveroso: se un bambino musulmano, per la sua religione, non può mangiare carne di maiale, è giusto che gli si dia una alternativa, perchè costringerlo a mangiarla?
Quando però si tratta di simboli e momenti di condivisione della nostra religione cattolica, direi che la cosa cambia: non ci vedo niente di strano ad allestire un Presepe nel periodo di Natale, o di ricevere una benedizione Pasquale.
Questo va contro qualche altro credo?
Offende qualcuno?
No, non penso.
Se arrivasse in aula una persona che spiegasse ai miei figli in cosa consiste l’islam, e quali siano le sue usanze e, magari, spieghi loro cosa significhi inginocchiarsi verso la Mecca, io non ci troverei nulla di offensivo, anzi, lo considererei un arricchimento culturale dei miei figli, una esperienza che, altrimenti, non farebbero mai e che neanche io sarei in grado di spiegare loro.

Si chiama apertura mentale, questa, non si tratta di offese o di oltraggi, è CULTURA.

Sono cattolica, i miei figli lo sono, la mia famiglia si basa su solidi principi cattolici.
Non siamo praticanti, per altri miei motivi che non sto qui ad esporre, ma crediamo a tutto quello che sta scritto nel Vangelo, dalla A alla Z.
Non per questo nascondo ai miei figli che esistono altre religioni, che esistono altri credi e dico loro che sono rispettabili tanto quanto il nostro, dico loro che non esistono credenti di serie A e di serie B, che il nostro Dio è esattamente come quello degli altri e che i principi che stanno dietro a tutte le religioni sono gli stessi, sono le infrastrutture diverse, ma i sentimenti, gli insegnamenti, sono identici e sono volti all’amarsi gli uni gli altri.
E’ questo che ci ha insegnato il nostro Gesù, e chi dice il contrario, anche tra noi cattolici (e ce ne sono, eh, avoglia se ce ne sono!!!) dice una gran baggianata!

Per questo, a mio avviso, non si dovrebbe fare alcun passo indietro dal punto di vista della nostra tradizione cattolica a scuola, come altrove, solo perchè altrimenti andremo a non incontrare i gusti di tutti. No.
Altra cosa sarebbe rendere la scuola laica, allora su questo, possiamo parlare.
Ma avere un Crocefisso appeso in aula, che fastidio da ad un non credente o ad un bambino di un’altra religione?
Spieghiamo invece loro, che significato potrebbe avere, spieghiamo loro cosa c’è dietro e spieghiamo loro perchè in Italia ci sono questo tipo di tradizioni.
Rendiamo il tutto più fruibile, più comprensibile, non lo facciamo essere semplicemente un dogma, ma spieghiamo loro i significati, di questo, come di altri simboli, a prescindere della religione e dell’appartenenza culturale.
Integrazione vuol dire conoscenza, comprensione, condivisione. Non vuol dire ANNULLAMENTO di quel che siamo, della nostra identità e della nostra storia.
Questo è tutt’altro!

4 pensiero su “A scuola: l’ora di religione e robe simili”
  1. io feciun post tempo fa…esono d’accordo con te….
    i miei figli a scuola hann dovuto rinucniare a fare recite di natale concanti natalizi per rispetto delle religionialtrui………..per tolleranza e mi è dispiaciuto tantissimo.
    maio ho rispostoallascuola e
    la tolleranza verso i cattolici ?

    perchè non si può parlare liberamente dell’islam
    come hai detto te no infastidisce il cristiano un mussulmano che prga verso la mecca , non infsastidisce i lbimbo che no mangia carne …. però sein quaresimano vuoi far mangiare a tuo figlio la carme devi fare una richiesta alla scuola dal pediatra…..
    credo che gliostacoli più grandi però no si abbiano dalle altre religioni ma dagli atei che si sentono privati di quella libertà che decantano senza sapere che cosa sia…..
    io sono cattolica praticante e credoche sia giusto euducare al rispetto epr le altre religioni e il Dio unomacon interpretazioni diverse ama tutti indistintamente…
    ripeto la cosa mi ondignaun po perchè la religione cristiana è messa un po nelcantone perchè sembraledere qualcosa…….però nelmo piccolo educo i miei figli come meglio credo e liinvito a rispettare tutti..
    un abbraccioe ti capisco tanto baci
    veronica

  2. L’ora di religione che in realtà sono 2 a settimana. Un corso che non tutti seguono (in classe id mio figlio sono in 6, mio figlio compreso) e che prende tempo ad altri corsi più importanti (inglese ed educazione fisica per dire hanno solo 1 ora a settimana). si parla poi del rispetto per le religioni, del rispetto verso gli atei non parla mai nessuno. che ci sia il presepe a Natale non mi disturba, in fondo è una festa che ha quella radice ed è giusto che un bambino sappia perchè si festeggia. è appunto tradizione, folklore. il crocifisso in aula è un’altra cosa, è imporre un simbolo religioso a tutta la classe, a un edificio pubblico che dovrebbe essere laico per definizione. per quanto riguarda la dieta, le uniche motivazioni valide dovrebbero essere quelle mediche, le allergie. le benedizioni no, proprio non le accetto. che mio figlio debba assistere ad un rito supersitizioso e pensare che esista un’acqua magica possa proteggere un edifico, in una scuola, quella che dovrebbe insegnargli la razionalità, il metodo scientifico… proprio non lo accetterei. e non accetterei nessun rito di nessun’altra religione. parlarne è una cosa, costringere tutti a partecipare a un rito un’altra. no a casa parliamo di religione, gli abbiamo detto che Gesù Cristo è un personaggio storico, realmente esistito e che ha detto tante cose importanti per l’umanità. semplicemente per noi è un uomo come noi e non ha niente di divino, come invece pensa chi ci crede. gli abbiamo detto che ognuno deve sentirsi libero di credere in ciò che vuole e per questo rispettato. se capita parliamo anche delle altre religioni così come gli abbiamo parlato della mitologia greca. ognuno a casa sua dia ai propri figli l’educazione che crede, ci sono le messe e il catechismo. la religione è qualcosa che dovresti avere dentro e viverla nel cuore, se per te è importante imporre a tutti la presenza di un crocifisso o un rito come la benedizione, questa a casa mia si chiama superstizione.

  3. Beh ma se addirittura si pensa alla Benedizione come a una “superstizione” non stiamo neanche a parlare!!!;-)

    Io so solo che AI TEMPI miei, i Crocifissi c’erano sempre e ovunque, senza discussioni, e ci facevano fare anche la preghiera prima delle lezioni. Scuola pubblica.
    Mai una discussione.
    Al massimo qualche bambino (ma non della mia classe) che non frequentava l’ora di religione.
    Quindi? Ha fatto male a qualcuno? La Tradizione cattolica, italiana, è giusto e un bene mantenerla perché non fa male a nessuno, né a chi crede né a chi no, perché poi si sa…e’ l’educazione famigliare quella che conta e che dà un vero indirizzo idiologico ai nostri figli.
    Se non si vuole partecipare alla Benedizione Pasquale (io lavoro all’Universita e abbiamo ricevuto tutti l’invito a partecipare, se vogliamo, in Rettorato) semplicemente non ci si va. Nessuno si è scatenato con polemiche inutili o disapprovazione perché, per quanto non si possa credere o considerare una superstizione (c’è chi si è fatto benedire i libri di scuola dei figli…Ahaha me l’ha raccontato il prete della nostra chiesa), non offende nessuno.
    La cosa che mi lascia basita è che spesso sono i cattolici credenti a doversi giustificare o a fare un passo indietro rispetto alle altre usanze e credenze…
    Boh
    Vivy

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