Brad Pitt è pazzo di lei, tanto da fare lo scemo davanti alla macchina fotografica
Last Updated on 30 Giugno 2025 by Micaela
F1, il nuovo film con protagonista Brad Pitt, è molto più di una pellicola ad alta velocità. È un viaggio ad alta velocità coinvolgente dentro e fuori la pista, capace di fondere scienza, passione, memoria e futuro. Un’opera pensata non solo per gli appassionati di formula 1, ma anche per chi cerca nel cinema una una storia dinamica e ricca di sfumature.
F1 – la trama
F1 racconta la storia di Sonny Hayes, interpretato da Brad Pitt, un ex pilota di talento che negli anni ’90 era considerato una delle promesse più brillanti della Formula 1. Trent’anni dopo, Hayes conduce una vita ai margini, gareggiando in campionati minori come mercenario della velocità.
Le seconde possibilità
Riceve una proposta inaspettata: tornare in Formula 1 per salvare una scuderia in crisi, ormai sull’orlo del fallimento. Dietro l’invito c’è Ruben Cervantes, ex compagno di squadra e ora proprietario del team, interpretato da Javier Bardem. A fianco di Hayes corre Joshua Pearce (Damson Idris), giovane stella emergente, arrogante e determinato, con cui nascerà un conflitto feroce quanto necessario. Ma nella Formula 1 il tuo compagno di squadra è anche il tuo primo avversario. Tra rivalità, strategie audaci e il bisogno di riscatto, Hayes si ritroverà a lottare non solo per la vittoria, ma per riscrivere il proprio destino, in una corsa dove non basta correre veloce: bisogna farlo con intelligenza, cuore e visione. Un film che parla di velocità e seconde possibilità, in pista come nella vita.
L’aerodinamica è una dei personaggi protagonisti del film
Sin dalle prime scene, emerge con forza il lato tecnico della Formula 1, reso finalmente accessibile anche al grande pubblico. Il film porta sullo schermo le leggi della fisica applicate alla velocità. Si vede infatti come ogni dettaglio aerodinamico sia cruciale: dalla gestione dell’ala posteriore, che incide sul carico e sulla stabilità in curva, alla scia generata dalle vetture che precedono, che può offrire un vantaggio decisivo in rettilineo. L’attenzione si concentra anche sull’importanza delle gomme e delle diverse mescole, sulle strategie di cambio e sull’equilibrio tra grip, usura e condizioni ambientali. Tutto ciò non è solo sfondo, ma parte integrante della narrazione. Le leggi della fisica diventano personaggi silenziosi ma onnipresenti, protagonisti invisibili della gara quanto i piloti stessi.
Ma F1 non si limita a spiegare come funziona una macchina da corsa: racconta cosa significa esserci dentro e cosa significa anche lavorare dietro le quinte, o in questo caso, nel box.
Lo scontro tra generazioni
Si racconta lo scontro – umano prima che sportivo – tra due generazioni. Da un lato c’è il veterano, interpretato con intensità e misura da Brad Pitt, simbolo di un’epoca fatta di errori, rischi e sacrifici. È un uomo temprato dalla pista, sopravvissuto ai rovesci della sorte, spesso dimenticato da un sistema che ama solo i vincenti del momento. Dall’altro lato, il giovane prodigio: pilota cresciuto con i simulatori e la luce dei social, convinto che il talento da solo basti, che il mondo sia ai suoi piedi e che il passato non abbia nulla da insegnargli.
Il confronto è acceso, ma necessario. Ed è proprio lì che il film trova il suo cuore: in quella tensione tra chi ha già vissuto tutto e chi crede di avere tutto davanti. Un duello fatto di sguardi, silenzi, errori condivisi e intuizioni improvvise. Il personaggio di Pitt, con il suo carisma segnato dal tempo, riesce a evocare un’intera generazione di piloti leggendari – da Senna a Schumacher – e con loro quel modo di correre viscerale, sporco, poetico, che oggi sembra distante ma ancora capace di commuovere.
La regia, firmata da Joseph Kosinski (già dietro la macchina da presa di Top Gun: Maverick), conferma un talento raro nel padroneggiare la velocità. Le riprese in pista sono straordinarie, mai banali, sempre diverse e tese. Ogni curva e ogni sorpasso sono raccontati con un ritmo che non lascia spazio alla noia: le due ore e mezza scorrono via con la stessa leggerezza con cui le monoposto sfrecciano sull’asfalto.
F1: un’autenticità mai vista prima
Uno degli elementi che rende F1 un’esperienza cinematografica unica è la sua straordinaria autenticità. Il film non solo è stato girato durante veri weekend di Gran Premio, ma vede Brad Pitt e Damson Idris guidare realmente auto da corsa a oltre 300 km/h!
Il regista Joseph Kosinski ha voluto creare quello che lui stesso definisce “il miglior film sulle corse mai realizzato”. Per riuscirci ha scelto la strada più difficile e spettacolare: mettere gli attori realmente al volante, integrando la troupe cinematografica nel vero mondo della Formula 1.
Grazie alla collaborazione con Lewis Hamilton, produttore del film e consulente tecnico, il progetto ha raggiunto livelli di realismo e rispetto per lo sport senza precedenti. Dalle vetture da corsa, alle telecamere miniaturizzate per catturare ogni angolazione, fino all’accesso ai paddock, ai box e persino alla griglia di partenza di circuiti come Silverstone e Monza, tutto è stato concepito per trasportare lo spettatore dentro la macchina, dentro la gara. La sfida era ambiziosa: raccontare una storia di sport, redenzione e passione in modo viscerale e coinvolgente, e i realizzatori non solo l’hanno vinta, ma hanno alzato l’asticella per il cinema sportivo a venire.
SPOILER – Il traguardo più importante
Nel finale, tutti i personaggi trovano – in modi diversi – la propria realizzazione. Il pilota veterano, dato per finito da stampa e paddock, conquista una vittoria che ha il sapore della rivincita e della giustizia. Non è solo il trionfo di un uomo, ma la dimostrazione che l’esperienza può ancora battere l’arroganza, e che il cuore conta quanto la tecnica.
Il giovane, dal canto suo, attraversa una trasformazione profonda. Impara ad ascoltare, a fidarsi, ad accettare che crescere significa anche condividere. Inizia a capire che il talento è nulla se non è accompagnato dalla consapevolezza e dall’umiltà. È forse questo il suo vero podio.
E infine c’è lei, il personaggio forse più sorprendente del film: la capo ingegnere della scuderia. Una donna in un mondo ancora percepito come maschile, che riesce non solo a farsi valere, ma a segnare la differenza. È sua l’intuizione tecnica che permette alla squadra di tornare in cima, progettando un’auto capace di riscrivere i record. Grazie al suo lavoro, una scuderia data per spacciata rinasce, dimostrando che il genio non ha genere, e che il merito – quando trova spazio – può cambiare la storia.