Last Updated on 19 Settembre 2025 by Micaela

Dal saggio: “l’ordine del tempo” di Rovelli al film

Essendo una matematica e lettrice appassionata di Carlo Rovelli, mi sono avvicinata al film con grande curiosità, perché ispirarsi a un saggio del noto fisico e divulgatore scientifico non è cosa semplice. Nei suoi scritti, Rovelli riesce a rendere immediati concetti complessi come la relatività del tempo, la curvatura dello spazio, l’idea stessa che il tempo – quello che crediamo più ovvio – non esista. Immagini chiare, eleganti, che spalancano prospettive filosofiche e scientifiche. Ecco, ma anche se questi concetti riescono quasi a diventare afferrabili in questi scritti, trasporli in una pellicola cinematografica non è affare banale, anzi, mi ha fatto anche storcere il naso. All’inizio. Solo all’inizio.

Il tempo non esiste?

Il film, liberamente tratto da L’ordine del tempo, ne raccoglie l’eredità concettuale, ma sceglie una strada diversa. Se Rovelli ci dice che il tempo non esiste, il film sembra invece rispondere: il tempo vero è quello che dedichiamo agli altri. Non quello segnato dagli orologi o dalle orbite celesti, ma quello speso ad amare, litigare, chiarire, custodire i nostri legami.

L’ordine del tempo – la storia

La storia è semplice, quasi teatrale: un gruppo di cinquantenni si ritrova in una casa sul mare. Un luogo sospeso, dove cielo e acqua si confondono, cornice perfetta per riflettere sullo scorrere della vita. Scoprono che il mondo finirà di lì a poche ore, per via di una collisione cosmica imminente. E lì, improvvisamente, cadono le convenzioni. Non c’è più tempo per le maschere, per i compromessi: ognuno deve tirare le somme. Cosa ho fatto della mia vita? Cosa mi resta? E soprattutto, chi voglio accanto nell’ultimo istante?

L’ordine del tempo – Il cast

Il film vanta un ensemble di attori italiani di grande spessore: Alessandro Gassmann interpreta Pietro, il medico, uomo quieto che scopre quanto fragili possano essere le certezze; Claudia Gerini è Elsa, l’avvocato nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, donna vibrante e intensa che affronta i rimpianti con coraggio; Edoardo Leo interpreta Enrico, fisico teorico tormentato, catalizza le riflessioni sul tempo e sull’ignoto; Kseniya Rappoport è Paola, insegnante di storia, portatrice di memoria, malinconia e rimpianti segreti. Ma poi ci sono anche l’economista razionale, che va in crisi dal momento che non riesce più ad avere la situazione sotto controllo; lo psicanalista che anzichè riuscire a contenere i momenti di ansia e panico degli amici, ne è vittima lui stesso; la ricercatrice in fisica che cerca il contatto e le risposte parallele anche nel mondo spirituale. Insomma, vengono presentati sotto punti diversi le stesse paure e le stesse emozioni.

Un cast corale, ben calibrato, in cui ciascun interprete regala sfumature diverse e complementari, rafforzando l’impianto intimo del racconto.

E se il mondo dovesse finire tra poche ore?

Ne nasce un film intimo e introspettivo, in cui tutti i nodi vengono al pettine: amicizie che si rinsaldano, segreti che esplodono, amori che si rivelano per ciò che sono davvero. Il “tempo sospeso” del titolo si traduce visivamente nei lunghi dialoghi, negli sguardi, nei silenzi che hanno quasi la stessa forza di un’equazione ben scritta.

Se Rovelli ci invita a guardare il tempo come una costruzione illusoria, il film ribalta la prospettiva: non importa se il tempo sia continuo, relativo o quantizzato. Ciò che conta è come scegliamo di spenderlo. E qui la risposta è chiara: investendolo negli affetti più cari, perché quello è l’unico tempo che non si perde.

Un film delicato, riflessivo, che lascia addosso una domanda semplice e potente: se avessimo solo poche ore davanti, come vorremmo davvero viverle?

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Di Micaela

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