Last Updated on 7 Febbraio 2017 by Micaela

Non so perchè, ma gli ultimi libri che mi stanno capitando tra le mani hanno perso la leggerezza e la spensieratezza di quelli che leggevo fino a poche settimane fa.
Forse è un periodo in cui mi sento più forte e sono pronta a questo tipo di letture o forse è perchè deve essere così e basta. Meglio non rimuginarci troppo sopra.

Ho finito di leggere ieri sera, immersa in una valle di lacrime: “Un uso qualunque di te” di Sara Rattaro.

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Un uso qualunque di te – La storia

Viola non ha mai accettato la sua vita, così come la vita stessa le si era costruita attorno. E’ sempre stata spettatrice e non attrice e così si è creata delle vite alternative, altri palcoscenici dove far finta di essere se stessa. Peccato che erano al di fuori della sua famiglia, erano tenuti nascosti e forse erano così eccitanti proprio per questo.

Solo una volta nella vita si era innamorata davvero, ma la situazione era troppo intricata per poter essere vissuta come avrebbe voluto e si è ritrovata a seguire un binario già stabilito, non ha avuto il coraggio di uscire dai binari in quel momento.
Lui, Tommaso, era troppo innamorato di lei, troppo coinvolto, troppo attento, troppo perfetto. L’avrebbe ucciso di dolore. E lei non l’avrebbe voluto. Ma così, l’ha ucciso due volte in seguito.

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Durante una delle sue fughe d’amore clandestine arriva una telefonata agghiacciante, una di quelle che una madre non vorrebbe mai ricevere: la figlia ricoverata d’urgenza in fin di vita.
Viola scappa da quel letto ancora caldo, raccoglie gli indumenti sparsi in giro per la stanza e corre dalla figlia. O meglio, non proprio da lei, ma corre verso quello che doveva essere il suo posto.

Una serie di circostanze fanno tornare a galla la verità, in tutta la sua crudezza. E lei ne esce dipinta come crudele, egoista e cinica agli occhi di tutti: del marito Tommaso, dei medici, di tutti. Anche agli occhi chiusi di quella figlia in coma.

E lì emerge fino quasi a soffocarla il senso di colpa, la consapevolezza di aver perso tanto della sua vita e della vita di sua figlia, che per proteggerla e assicurarle un futuro migliore, non ha fatto altro che allontanarla da se’.
Ha scelto per lei la situazione certo migliore, il padre perfetto e amorevole, ma cosa sapeva veramente di lei? E quanto ne sapeva sua figlia di sua madre?

Due perfette sconosciute.

La vita poi la mette davanti alla soluzione, il vero riscatto è davanti ai suoi occhi e stavolta non se lo farà sfuggire, sebbene sia tragico.
E solo in quel momento lei è mamma con tutto il suo essere, sin dal profondo delle viscere.

Giusto rinunciare a tutto in nome di un figlio? A volte, sì, se in ballo c’è la vita, assolutamente sì.
Il resto, sono capricci.

Un romanzo scritto in prima persona, un diario che ripercorre passato e presente con estrema lucidità. Viene delineato il carattere di una donna smarrita, confusa, ma poi più che decisa.
Un romanzo forte.
“Un uso qualunque di te” è per momenti in cui si è pronte a scavare a fondo nella propria coscienza e rivedere a rallentatore azioni e pensieri fatti alla luce di ciò che ha priorità vera nella nostra vita.

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2 pensiero su “Un uso qualunque di te”

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