Last Updated on 10 Febbraio 2020 by Micaela

Ci siamo!
Da stamattina Massimo è rientrato a scuola, dopo l’incidente di fine novembre, che l’ha visto con un braccio prima operato e poi ingessato per parecchio tempo, dopo aver fatto tanti esercizi di recupero a casa e dopo aver avuto l’ok definitivo dell’ortopedico.

Stamattina tutta la “M” famiglia lo ha accompagnato a scuola. Eravamo tutti molto emozionati. Dopo quasi due mesi e mezzo di allontanamento forzato dalla scuola materna, sembrava tutto “strano” e infatti, Massimo così ha detto alla maestra che l’ha accolto abbracciandolo, appena gli ha chiesto:
“Massimo, come ti senti?”
“Maestra, mi sento… strano!”
Per lui suppongo fosse un misto di emozione, timore, voglia di ricominciare, ma anche tristezza di aver abbandonato la sua “comfort zone” che i nonni (santi subito tutti e tre!) gli hanno creato attorno in queste lunghe settimane di compagnia che gli hanno tenuto.

L’ho visto felice. Felice di rientrare in quelle mura scolastiche che devono essere per lui (come per tutti gli altri bambini) sinonimo di sicurezza e divertimento, nonostante l’accaduto sia avvenuto proprio lì.

Abbiamo cercato di infondergli di nuovo in lui la fiducia in se stesso. Abbiamo cercato di rasserenarlo e di convincerlo che sono cose che possono accadere a chiunque e che lui non è sbagliato, cosa di cui, invece, era convinto.

E ora ha capito. O almeno, così sembra.
Ha capito che sì, deve stare attento, ma che può e deve giocare come tutti gli altri, perché è guarito e, ringrazio Dio per aver recuperato la motricità del braccio e della mano quasi del tutto in poco tempo.
Ci vuole ancora un po’ di sforzo, ma è stato talmente bravo da impegnarsi, insieme al suo papà, che ce l’ha fatta. Ce l’hanno fatta.
Sono così fiera dei miei uomini. Sono una forza imbattibile insieme.

Così, stamattina, ore 8.23 Massimo è entrato correndo in classe.

“Mamma, sono come Flash!”

flash-supereroe
Non si è neanche voltato a salutarci una seconda volta. Era già immerso nel suo mondo. Nel mondo che è soltanto suo, in cui noi non dobbiamo intrometterci e di cui noi non facciamo parte. Perché crescere è anche questo.
L’importante, per me, è stato vederlo felice e sicuro di se.
Il magone che tuttora ho dentro, di ansia e commozione, penso mi accompagnerà fino a stasera. E anche questo è normale.

Corri, Massi. Corri.

correre come flash.gif

Ringrazio tutte le mamme degli altri bambini compagni di classe di Massimo, che stamattina mi hanno tempestato di messaggi su whatsapp in cui mi rassicuravano di aver visto Massimo giocare sereno e tranquillo con gli altri amichetti e di averli accolti con grandi abbracci.
Per me ha significato molto. Grazie.
A volte, quella diavoleria di whatsapp è utile!

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