Last Updated on 27 Ottobre 2017 by Micaela

Come gestire i capricci di bambini piccoli?
Eh, bella domanda! Bellissima.
Posso raccontare la mia esperienza.
Siamo sicuramente consapevoli che avere a che fare con due bambine piccolissime e molto vicine d’età tra loro è quanto di più faticoso esista al mondo. Credo che lavorare in miniera potrebbe essere considerata una passeggiata, al confronto.
E’ faticoso in termini proprio di fatica fisica, ma anche e soprattutto mentale. Gestire i capricci in contemporanea è di una fatica immonda.
Ci vogliono i nervi saldi ed una pazienza zen, cosa che non ho, anzi, non ho mai avuto.
Se a tutto questo si aggiungono le notti insonni, le cose da fare dentro e fuori casa, il senso di affanno e di inadeguatezza che ti senti sempre addosso, il cortocircuito è imminente.
In particolare, oggi voglio raccontarvi di quanto possa essere faticoso andare a riprenderle al nido.

Come ho interrotto la catena dei capricci

Fortunatamente frequentano lo stesso nido, quindi con un unica tappa riesco ad accompagnarle, la mattina e a riprenderle nel pomeriggio. Fin qui, sembra tutto idilliaco. Sì.
Peccato che spesso la mattina si vada di fretta, la grande piange perchè non vuole infilarsi il cappello, la piccola barcolla e la prendo in braccio, gli zainetti sono da chiudere, la spesa è rotolata sul marciapiede e magari piove pure. Ma va tutto bene. Continuo a ripetermi che va tutto bene.
come gestire i capricci
Riesco ad arrivare all’entrata del nido e a portarle dentro. Ce l’ho fatta e tiro un sospiro di sollievo, pronta per una giornata in ufficio. Fresca come una rosa. Ovvio.
Poi arriva il momento di andarle a riprendere.
Guardo l’orologio.
Sono le 15,45! Devo cominciare a raccogliere le mie cose e andare!
Squilla il telefono sulla mia scrivania, rispondo al volo sperando che sia una questione da poco. No, non lo è. Rispondo con fare superficiale, segnandomi su un foglio di approfondire la cosa l’indomani mattina, assolutamente! Riaggancio, infilo il cappotto e scappo alla velocità della luce.
Arrivo al parcheggio dell’asilo nido trafelata e mi comincia a salire l’ansia.
Sì, si tratta di ansia.
All’inizio non volevo ammetterlo a me stessa, perchè sembra brutto dire che non voglio andarle a riprendere, le mie dolci e paffute pargole, ma è così.
So per certo che come mi vedranno varcare quella soglia, diventeranno irrimediabilmente due iene, che cominceranno a fare capricci infiniti per qualsiasi cosa, qualunque cosa faccia io, non andrà bene.

Sentirsi in trappola, o peggio: su un campo minato

E’ come camminare su un campo minato, basta pochissimo saltare per aria su una mina, basta sfiorarla con un piede. Ed ecco che partono i pianti, gli strilli, i litigi, i richiami inconsolabili. E sono in mezzo a due fuochi.
Salgo quella salitella del nido e rifletto su questo mio stato d’animo.
Non va bene.
E infatti, puntualmente, Miriam attacca un pianto infinito appena mi vede. E’ l’unica bambina che invece di gioire di rivedere la mamma che la va a riprendere, attacca un pianto disperato e devo pure rincorrerla per tutti i locali del nido per infilarle le scarpe. Il tutto con Melania in braccio.
Faccio pena alle altre mamme, che arrivano tutte sorridenti al nido a riprendere il proprio cucciolo, che le abbraccia sereno.
Faccio pena alle educatrici.
Faccio pena anche a me stessa. Non va bene.
Ed è sempre così. Sempre.
Una, due, tre volte. Trenta volte.
La scena è la stessa.
Devo fare qualcosa, devo cambiare qualcosa. Ma cosa.
Ecco che mi si accende la lampadina. A volte la disperazione fa trovare risorse impensabili.
Ho riflettuto sulla dinamica dei fatti.
Miriam si accende con capricci e sceneggiate napoletane appena mi vede sull’uscio della sua aula. E io non riesco a darle retta, perchè ho in braccio Melania.
Ecco il punto.
Devo cambiare l’ordine dei fattori. Questa è la chiave!

Come ti risolvo il problema delle crisi isteriche di Miriam all’uscita dal nido?
Invertendo l’ordine di come prendo le bimbe!
Eccerto! Perchè non ci ho pensato prima?!
Perchè non provarci?
Anzichè prendere prima Melania e poi Miriam, penso che sia meglio fare al contrario.
In questo modo Miriam non ha come prima visione, quella di me con in braccio la sorella più piccola. Forse i suoi capricci sono dettati dalla gelosia? Ci potrebbe essere.
In questo modo, se Miriam ha qualcosa da dirmi, da manifestarmi, da chiedermi, se vuole anche solo farmi vedere un disegno, io ho un istante dedicato per lei, senza Melania. Ho la possibilità di chinarmi e abbracciarla e risponderle con calma.

Come gestire i capricci: evitiamo le cause (quando possibile!)

E poi insieme si può andare a prendere Melania, la piccoletta di casa. Anzi, così posso proprio coinvolgere Miriam in questa azione e farle vedere che lei è grande.

Sì, decido che questa è la strategia migliore per interrompere questa catena di capricci.

Convinta, il giorno dopo l’illuminazione, metto in atto la sequenza pensata.

E’ un successo. Mi sento forte, adeguata, brava. Sì, mi sento proprio BRAVA!

Arrivo da Miriam, lei mi corre incontro. Ci scambiamo due chiacchiere sulla giornata, le infilo il cappotto e poi le dico: “Dai, Miri, vai tu a prendere Melania nella sua classe, dille che c’è mamma fuori che l’aspetta!”
MAGIA!
Miriam è corsa dentro la classe di Melania e sono uscite fuori insieme mano per mano…
Niente crisi.
Niente pianti.
Niente di niente…
Sarà un caso? Non credo.

E’ sicuramente vero che è cambiato anche il mio stato d’animo, ora, quando le vado a riprendere, non sono più attanagliata da quell’ansia che mi irrigidiva e che mi teneva tesa e frettolosa, anche un po’ paurosa, lo ammetto.
Non dico che arrivo leggera come una rosa, ma vado sicuramente più ben disposta e anche questo ha il suo peso.

E’ vero che a volte come gestire i capricci è impossibile, altre volte, invece è possibilissimo. Come in questo caso.
In realtà qui sono riuscita a fare un’analisi della situazione e a capire le cause vere che generavano il capriccio e innescavano il corto circuito tra le bambine.
Ecco, una volta capite le cause ho trovato una soluzione e fortunatamente ci ho azzeccato al primo tentativo.
Tutto questo, per dire, che forse è bene analizzare i motivi del malessere del bambino, potrebbe essere che ci sia una richiesta di qualcosa dietro a quel capriccio e che non sia un pianto o una lagna fine a se stessa (il che, a volte, anzi spesso, potrebbe anche essere così!) e allora lì, dobbiamo intervenire, per quel che possiamo.

Per tutto il resto, c’è il magnesio… per me!

14 pensiero su “Come gestire i capricci: interrompere la catena”
  1. Grande!!! A volte basta poco…con un pò di ingegno si trova la soluzione!
    In bocca al lupo per oggi…facci sapere se il problema è risolto definitivamente!

  2. Io aspetterei almeno oggi per cantare vittoria… sti bimbi sono imprevedibili: quello che va bene un giorno, non è detto vada bene il giorno dopo!
    Vi terrò sicuramente aggiornate e vi ringrazio per l’incitamento!
    Mi sento davvero un genio!

  3. brava, mi sembra un’ottima idea! secondo me non è stata una coincidenza… ha proprio funzionato! perchè la grande oltre ad aver avuto qualche momento tutto per se, si è poi sentita utile perchè ti ha aiutata a prendere la piccola. è una soluzione di cui terrò conto quando saranno in due, anche se credo che per come siamo organizzati con scuola materna e asilo (la prima sotto casa, il secondo dall’altra parte della città) non so se sarà attuabile. ma comunque sono esperienze di cui tenere conto in tante occasioni!!!

  4. Alle volte funziona meglio aggirare l’ostacolo che andargli dritto contro, hai fatto proprio bene vedrai che funziona di nuovo

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