Last Updated on 10 Settembre 2015 by Micaela

Ultimamente si sente parlare di un libricino, un piccolo testo, in pratica un testicolo – ops… mi è scappata! – “Il magico potere del riordino” di Marie Kondo, una donna che ha speso gran parte della sua esistenza a studiare tecniche di riordino, esperta di economia domestica, Giapponese, consulente e ora anche scrittrice di successo.

Questo libro, un vero e proprio manuale, vuole svelare tutti i segreti per avere una casa perfettamente in ordine in qualsiasi momento della giornata e ne sviscera tutti i vantaggi.

Il grande segreto che la Kondo svela è uno e uno solo, con tanto di suspance, di sezioni varie che affrontano l’argomento “riordino” in tutta la casa, dando tempistiche, modalità e suggerendo persino i pensieri da fare, partendo dalla camera da letto e finendo nello studio. Se si riesce a seguire fedelmente il metodo, non soltanto vi risolverà il problema della casa disordinata, ma si riuscirà a cambiare vita, prospettiva e addirittura vi farà trovare la felicità in maniera incondizionata.

magico potere del riordino

Il segreto del riordino sta tutto nello buttare. Sì, avete capito bene: buttare tutto quello che non si usa da un po’ di tempo, le cose che si pensa non possano servire più e non soltanto quelle. Non lo sapevate, eh!? Avevate bisogno di leggerlo qui, eh lo so, amiche mie, lo so! E che ci sto a fare sennò qui io?!

E’ così: meno cose si possiedono, meno cose sono da riordinare e c’è pure più spazio per riporle al proprio posto senza ammassarle in ogni dove.
E’ pur vero che in realtà abbiamo vagonate di roba in casa che non utilizziamo, che è mezza rotta, a cui siamo legati in qualche modo e di cui non riusciamo a disfarci.
Ma ci voleva la Kondo per capirlo? Dico, ci voleva proprio? Boh. La scoperta dell’acqua calda è più utile.

Di seguito, la Kondo ci svela anche il secondo segreto (di Fatima): come capire se una cosa è da gettare via oppure no?
Semplice: se toccandola non proviamo più alcuna emozione, se non ci comunica più niente, allora vuol dire che quell’oggetto ha terminato il suo compito sulla terra e quindi si deve ringraziare per il lavoro svolto sinora e si deve buttare senza pietà nè ripensamenti.
Ecco. Immaginatemi nel fare sta cosa. Potrei anche essere d’accordo (ho detto potrei), ma l’aspetto filosoficheggiante della teoria, mi lascia un po’ perplessa. Diciamo che mi mette un attimo di orticaria addosso. O meglio, secondo voi, come potrebbero rispondere un paio di collant alla mia osservazione: “Amici miei, siete stati perfetti, vi ho amato tanto, ma ora è arrivato il momento di separarci. Vi ringrazio e vi dico addio, col tutto il cuore.”

Alcuni spunti validi, per carità, ci sono eccome: come ad esempio partire nel riordinare non per stanze, ma per categorie di oggetti: tutti i capi di abbigliamento, tutti i cosmetici, tutti i libri, perchè spesso la stessa tipologia di oggetti si trova sparsa per casa e già questo è sbagliato. Una volta che tutti questi oggetti sono stati stanati e stanno tutti davanti a noi, è quello il momento in cui parte il discernimento di cosa tenere e cosa buttare. La Kondo dice che durante le sue consulenze si gettano via decine e decine di sacchi di immondizia (con buona pace dell’AMA).

Ma ci sono un paio di aspetti che in realtà non mi vanno proprio giù, oltre a quello del comunicare con gli oggetti e di trovare il loro punto felice per piegare bene una maglia o un paio di calzettoni, che se li appallottoli e li getti in un cassetto questi non saranno mai felici e non compiranno mai bene il proprio compito, dicevo, ecco, ci sono un altro paio di punti che non condivido affatto.

Gettare anche i libri. No. Per me equivale ad un sacrilegio, ad una bestemmia. Un libro non si getta. Mai. Per nessun motivo. E non se ne strappano le pagine per attaccarle su un quadernone per tenere i passaggi che ci sono piaciuti di più. Nossignore.
Un libro si regala, si dona ad una scuola, si scambia, si vende… ma non si getta mai. E qui, mia cara Kondo, fatti da parte. Anche perchè, a mio avviso, una casa piena di libri è una casa piena di storie, di felicità, di colore. Altro che una mensoletta striminzita con soltanto 10 libri in fila sopra.

Seconda cosa che non mi è andata giù: non si parla affatto di riciclo, di riutilizzo di oggetti, vestiti, niente. Ad esempio, tutto quel materiale che tengo da parte per far fare i lavoretti ai bambini, che occupa spazio e che è difficile da sistemare, se non ammucchiarlo dentro ad uno scatolone e amen, secondo la filosofia del magico potere del riordino, sarebbe anche da buttare perchè non serve, perchè non comunica, perchè tanto ne uscirà sempre fuori dell’altro. E che dire del fatto di non regalare affatto vestiti usati, perchè tanto faranno la stessa fine che facevano nel nostro armadio e, anzi, abominio, andranno ad accumularsi altrove?! Secondo la Kondo il fatto di fare dei sacchi di vestiti da regalare a sorelle, mamme, vicine di casa, eccetera è del tutto inutile e dannoso per chi riceve. A me non sembrava tanto triste l’ultima volta mia sorella che indossava un completo che a me non andava più. Anzi. Era raggiante.
E amiche mie che mi donate con tanto slancio e sentimento pacchi di vestiti per i bambini, continuate a farlo, li accetto molto volentieri, siete una risorsa preziosissima per la nostra famiglia, non date retta alla mangiatrice di sushi e nulla più.

Insomma, gettare via è come un modo per liberarsi dagli spettri del passato per affrontare più leggeri il futuro. Sarà. Ma io, tutta sta voglia di liberarmi del passato non ce l’ho. Nel senso, se ho una foto, un ricordo, non mi va di buttarlo, magari metto tutto dentro uno scatolone che poi non riaprirò sempre, ma so che sta lì e che se ho voglia di far vedere alle mie bimbe come ero io da piccola, o come era il mio papà o mio nonno, ho questi piccoli frammenti di storia a cui far riferimento. E magari non accadrà mai. Ma non li getterò solo perchè la Kondo dice che poi, quando morirò, i miei figli si ritroveranno con pacchi di scartoffie e impicci inutili. A quel punto, li butteranno loro e amen, io starò già in un posto migliore e me ne fregherò altamente.
No?

Sarà che siamo reduci di un paio di traslochi in neanche 4 anni e che molte cose sono state già parecchio sfrondate, ma a me sta storia del magico potere del riordino, non convince gran chè. Ho buttato tanto durante questi traslochi e la mia casa è ancora felicemente in disordine. Soprattutto il mio armadio. E la mia libreria è piena. E la mia vita, cara Kondo, è felice ugualmente.

13 pensiero su “Il magico potere del riordino, ma anche no”
    1. Che non sempre il disordine è sintomo di malessere o di disagio… almeno, non per me. Oppure lo è e neanche me ne rendo conto?! Boh!

    1. E infatti è proprio lei che invita a farlo una volta letto e fatto proprio il messaggio. Quando si dice la coerenza, no?!

  1. e certo, vuole che i libri si buttino così lei vende più copie! Stavo giusto pensando in questi giorni a quel libro, devo riordinare per bene dopo l’estate…ma mi sono detta, o lo trovo in prestito, oppure faccio da me! 😉

    1. Il metodo fai-da-te è sicuramente cucito a misura in base alle proprie esigenze e al proprio concetto di ordine. Andrai alla grandissima!

  2. […] Il magico potere del riordino, ma anche no. di Micaela LeMcronache […]

  3. “mangiatrice di sushi” è fantastico! Del resto i giapponesi sono così: poco emotivi, molto pratici, sono quelli del just in time e quelli che non possono comprare auto se non hanno il relativo posteggio.
    Non ho letto il libro e dopo il tuo articolo ( e ti ringrazio! ) credo che destinerò i soldi per qualcosa d’altro. Perché concordo con le tue osservazioni, metto in pratica il riciclo, dono e ricevo abiti e mi riempio di libri nella libreria del salotto ( nonostante il kindle! ). La mia casa è un casino e me lo dicono pure i ragni : “sai, dovresti pulire un pochino!”. Ma le case perfette e perfettine non sono “casa” ma un contenitore freddo. Noi invece abbiamo “casa”, quella cosa che si mette insieme a Hohana ( citazione da Lilo e Stich, so come mi capisci e non so se l’ho scritto bene ) e fa la vita felice. Lisa

  4. Io adoro buttare!!! E lo uso proprio come metodo per il riordino ma parto da un principio più primitivo: quando c’è così tanta confusione in giro che non so dove mettere le mani, butto tutto quello che mi capita a tiro…inutile dirti che non trovò più cose importantissime che mi servirebbero come il pane…e comunque l’ordine creato con questo metodo dura giusto lo spazio di qualche giorno.

  5. Adesso ho capito in che senso “assurdo”.
    Concordo con i libri, ho una libreria infinita. Concordo con il fatto che non riuscirei a buttare ma troverei un modo di riciclare o, come hai scritto tu, regalerei.
    Sono ancora indecisa se comprarlo oppure no, intanto sta lì, nel carrello di Amazon, ma per sapere che ho troppa roba in effetti non mi serve un libro… lo vedo già da sola!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *