Last Updated on 3 Maggio 2025 by Micaela

Una domenica pomeriggio uggiosa e piovigginosa, armati di curiosità e voglia di meraviglia, io e i miei tre figli siamo andati al Planetario di Roma e siamo quindi entrati nel grande edificio del Museo della Civiltà Romana, nel quartiere Eur di Roma.

Nell’immensità dello spazio

Ancora prima di mettere piede nella sala principale del Planetario, il senso di immensità era già palpabile: i soffitti altissimi, le architetture solenni e severe sembravano volerci ricordare, in silenzio, quanto l’uomo sia piccolo di fronte alla vastità dell’universo.

Abbiamo preso posto nella grande sala del Planetario e, una volta che le luci si sono spente, il viaggio è cominciato. Sopra di noi, la cupola si è trasformata in un cielo notturno profondo e vivido, trapuntato di stelle. Era come trovarsi distesi in mezzo a un deserto silenzioso, con la volta celeste a sovrastarci, viva e palpitante. Lo spettacolo a cui abbiamo assistito si intitolava “Ritorno alle stelle”, ed è stata un’autentica immersione nel mistero e nella bellezza dell’universo.

Guidati dalla voce calma e precisa di Stefano Giovanardi, astronomo esperto e appassionato, abbiamo attraversato distanze inimmaginabili. La narrazione, ricca ma accessibile anche ai più piccoli, ci ha accompagnati alla scoperta di fenomeni affascinanti come la nascita e la morte di una stella, la formazione di un buco nero, i misteri ancora irrisolti che avvolgono lo spazio profondo. Ogni passaggio era illustrato da immagini spettacolari proiettate sulla cupola, capaci di rendere visibili concetti altrimenti astratti e difficili da afferrare.

Tra scienza, storia e mitologia

Non si è trattato solo di una lezione di astronomia, ma di un vero e proprio racconto che intrecciava scienza e mito. Dalle osservazioni degli antichi Romani alle sonde spaziali moderne, il cielo è sempre stato il grande specchio delle domande umane. In ogni epoca, l’uomo ha cercato risposte guardando verso le stelle, inventando costellazioni, dèi e leggende quando la conoscenza non bastava a colmare i vuoti. Questo legame profondo tra mito e scienza è stato uno dei fili conduttori dello spettacolo, capace di emozionare sia adulti che bambini.

Per cogliere appieno la bellezza di questo spettacolo al Planetario di Roma

È vero che “Ritorno alle stelle” è pensato per affascinare tutti, anche i più piccoli, grazie alla potenza evocativa delle immagini e alla capacità narrativa di chi guida il viaggio. Tuttavia, per cogliere appieno la profondità dei concetti trattati – dalle dinamiche cosmiche ai riferimenti storici e scientifici – è utile avere almeno un minimo di conoscenze di base in astronomia. Questo permette di apprezzare in modo ancora più pieno la bellezza e la complessità del racconto, trasformando l’esperienza in qualcosa di veramente memorabile.

La sensazione che abbiamo provato è stata duplice: da un lato la piccolezza e la fragilità della nostra esistenza in confronto alla vastità dell’universo, dall’altro la straordinaria forza dell’ingegno umano, capace di interrogare il cielo, esplorarlo, comprenderlo. I miei figli, pur di età diverse, sono rimasti rapiti dallo spettacolo, e nei loro occhi ho visto la scintilla della meraviglia – quella stessa meraviglia che muoveva i primi astronomi e continua a muovere gli scienziati di oggi.

La visita al Planetario di Roma è stata un’esperienza intensa, educativa e profondamente suggestiva. “Ritorno alle stelle” non è solo uno spettacolo: è un invito a riscoprire il cielo con occhi nuovi, ad abbandonare per un momento il nostro quotidiano e a ricordarci che siamo parte di qualcosa di infinitamente più grande. Una tappa obbligata per chiunque voglia far toccare con mano ai propri figli – o ritrovare in se stesso – il fascino eterno del cosmo.

Informazioni utili

I biglietti di ingresso si possono acquistare sia sul posto, c’è la biglietteria proprio all’ingresso, insieme ad un bookshop, ma si possono anche prendere online.

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