(L to R) Andrew Garfield as Hank and Julia Roberts as Alma in AFTER THE HUNT, from Amazon MGM Studios. Photo Credit: Courtesy of Amazon MGM Studios © 2025 Amazon Content Services LLC. All Rights Reserved.

Last Updated on 9 Ottobre 2025 by Micaela

After the Hunt – dopo la caccia
di Luca Guadagnino
Con Julia Roberts, Ayo Edebiri, Andrew Garfield, Michael Stuhlbarg, Chloë Sevigny
Dal 16 ottobre al cinema – distribuito da Eagle Pictures

La firma di Luca Guadagnino

Ci sono registi che hanno una firma inconfondibile, e Luca Guadagnino è sicuramente uno di questi. Con After the Hunt – Dopo la caccia torna a indagare le zone grigie dell’animo umano, dove verità e colpa si intrecciano in un equilibrio fragile e disturbante.

After the Hunt – la trama

La protagonista è Alma Olsson (Julia Roberts), una stimata professoressa di Yale che si trova in un momento di crisi personale e professionale. La sua vita, fatta di routine, prestigio e apparente controllo, viene scossa da una denuncia: una studentessa, Maggie Price (Ayo Edebiri), accusa un professore del dipartimento, Henrik Gibson (Andrew Garfield) – collega e amico di Alma – di comportamento inappropriato. Da quel momento, le certezze di Alma cominciano a sgretolarsi, e il caso accademico diventa il detonatore di un ritorno al passato, di ferite mai rimarginate, di un dolore che riaffiora con prepotenza.

Guadagnino e la sua cifra stilistica

After the Hunt porta in sé tutti gli elementi tipici del cinema di Guadagnino: un realismo esasperato, quasi documentaristico. Ci sono le pause lunghissime e i silenzi sospesi, che più che riempire scavano, così come dialoghi niente affatto di routine. Ci sono inquadrature lente e chirurgiche sui volti, che spesso raccontano più delle parole. Infine c’è una colonna sonora che trovo disturbante e ossessiva, che accompagna e amplifica la tensione fino a quasi renderla fisica (o almeno, questo è ciò che accade a me di fronte a questo tipo di film).

È un film che chiede pazienza (molta pazienza), che pretende attenzione (molta attenzione). Guadagnino non guida lo spettatore: lo lascia smarrire, come se anche noi dovessimo vivere lo stesso senso di disorientamento di Alma.

Le interpretazioni

Julia Roberts è intensa, vulnerabile, umana. Spoglia di qualsiasi glamour, offre un ritratto straordinariamente realistico di una donna che si ritrova a fare i conti con la propria coscienza e con un passato che non ha mai davvero affrontato.
Andrew Garfield, nel ruolo del professore accusato, conferma ancora una volta la sua straordinaria capacità di incarnare l’ambiguità: affascinante e repellente allo stesso tempo.
E Ayo Edebiri è una rivelazione: la sua Maggie ha la fragilità e la forza di chi cerca verità in un mondo che non vuole ascoltarla.

Un film necessario, ma non facile

Il tema – quello degli abusi di potere e delle dinamiche di vittimizzazione all’interno delle istituzioni – è delicato, scomodo, e Guadagnino lo tratta con il suo solito approccio: mai moralista, ma profondamente inquietante.
È un film che fa pensare più di quanto emozioni, e forse è proprio qui che si gioca l’amore o l’odio nei confronti del regista.

Personalmente, l’avrete capito, non amo particolarmente la filmografia di Guadagnino, troppo lenta, troppo cerebrale, a tratti compiaciuta. Ma riconosco la sua originalità assoluta: la capacità di creare atmosfere dense, visive, quasi tattili, e di spingere sempre lo spettatore a interrogarsi, anche a disagio.

Mi sono chiesta il perchè di questo titolo: Dopo la caccia. Quale caccia?
La “caccia” come fame di riconoscimento, come quella tensione costante a essere visti, approvati, amati — anche a costo di distruggere qualcun altro — è una chiave di lettura psicologica e contemporanea.
In After the Hunt, ognuno caccia qualcosa, ognuno dopo aver “ucciso” e ottenuto la morte della sua preda, si ritrova a interrogarsi su quanto ha commesso.

E “After the Hunt” è il momento dopo la corsa, quando capisci che per farti notare hai perso te stesso.
Che la visibilità ottenuta ha un prezzo altissimo: l’anima.

After the hunt non è un film facile, né “piacevole”, ma è un film profondo, coraggioso e coerente con la poetica di Guadagnino.

Da vedere se amate i film che inquietano più che intrattenere.

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Di Micaela

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