Last Updated on 1 Marzo 2023 by Micaela

Una posizione scomoda è la storia di Fabio, un brillante sceneggiatore, laureato al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Qui ha conosciuto i nomi più illustri del cinema italiano. Da loro ha cercato di imparare il più possibile per poter diventare anche lui un giorno un punto di riferimento del cinema internazionale.

I sogni si scontrano sempre con la realtà

Le sue aspettative e i suoi sogni volano alti. Infatti rinuncia inizialmente a scritture che riteneva commerciali e poco auliche per lui, proprio per aspettare l’occasione al suo livello. Intanto cova nel cassetto una sceneggiatura grandiosa, il suo grande capolavoro, quello che lo suggellerà come il nuovo Fellini. Ma nel frattempo l’affitto deve essere pagato, così come tutte le altre spese. Il tempo passa inesorabile, senza che arrivi una scrittura degna di questo nome, con il relativo compenso. Cosa fare quindi?

Fabio ripiega inesorabilmente nella scrittura di sceneggiature porno. Il che ha ben poco a che fare con i grandiosi dialoghi e intrecci che ben auspicava di scrivere, ma si ritrova a scrivere di intrecci di qualsiasi parte anatomica umana e non e i dialoghi si limitano ad uno scambio di vocali, con ritmi da definire di volta in volta.

I riferimenti al cinema classico sono da morire dal ridere!

Sfruttando la sua conoscenza del cinema internazionale, Fabio riscrive in chiave porno tutti i film più conosciuti: da “Mille seghe sotto i mari” a “Harry Fotter”, ce n’è per tutti i gusti. E si vergogna, si vergogna come un ladro, non vuole far sapere ad anima viva della sua occupazione. Sa che procurerebbe un grande dolore ai genitori dai quali potrebbe esser facilmente diseredato e che sarebbe deriso dai suoi amici, ex colleghi di studi, che invece hanno trovato la propria strada più che decorosa.

Insomma, nella sua esistenza fatta di frequentazioni pittoresche per ovvie ragioni lavorative, che sarebbe il sogno indiscusso di un qualsiasi maschio etero italiano dai 15 anni in su, lui non ne può più. Vorrebbe sprofondare nel primo tombino milanese e nascondersi fino alla fine dei suoi giorni, anziché andare a ritirare la grande nerchia d’oro alla migliore sceneggiatura per film porno al festival di Cannes, dedicato a questo genere di cinematografia. Sì perché, nonostante tutte le sue reticenze, Fabio è proprio bravo a scrivere i soggetti di questi film, oggettivamente bravo. Un talento innato, si direbbe. Saranno i geni trasmessi dal padre, ex ginecologo in pensione? Chi può dirlo!? Insomma, è scomodo sedere in quel teatro, su quella poltrona rossa, la stessa dove hanno posato le terga gli attori più brillanti, i registi più acclamati per ricevere il premio che più detesta al mondo. Eppure è così.
Tutta la sua esistenza è scomoda, lo fa sentire un fallito, un disadattato, uno fuori posto.

Insomma, una volta raggiunto l’apice del successo tra vecchi bavosi, starlette in cerca di fama più o meno facile, guardoni e assatanati di sesso, Fabio riesce a ottenere il contatto con un produttore, uno vero, che vuole realizzare il suo film che è rimasto chiuso nel cassetto per tanti anni.

Come andrà a finire?

Quale può essere il finale del romanzo: una posizione scomoda?

La lettura di questo romanzo è scorrevole. Ho trovato i riferimenti ai film esilaranti e calzanti, le battute del protagonista raggiungono livelli di cinismo che adoro.

Inoltre, trovo sia confortante sapere che esista un punto in cui un uomo medio riesce ad averne letteralmente le palle piene di questo genere di film, cosa che non credevo davvero possibile. Tutto sta a capire quale sia la soglia media di sopportazione. Ma questo è difficile dirlo, no?

Titolo: Una posizione Scomoda
Autore: Francesco Muzzopappa
Anno di pubblicazione: 2013
Editore: Fazi

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