Last Updated on 15 Luglio 2017 by Micaela

Con Miriam le maestre si son sempre lamentate della sua lentezza e della sua difficoltà di terminare il compito nei tempi richiesti, è una cosa che ormai ci trasciniamo più o meno dall’anno scorso, da quando ha iniziato la scuola primaria.
Credo che anche ai prossimi imminenti colloqui mi ripeteranno questo ritornello.

compiti cuocere nel loro brodo

Ma l’altra settimana ho adottato un’altra strategia, anche per capire, di che entità fosse il problema: è la bambina che ha disturbi reali di concentrazione che non sono dovuti alla sua negligenza, oppure è negligenza a tutti gli effetti?

La prova è stata quando, al rientro da scuola, quel pomeriggio non c’erano altri impegni, siamo rimasti a casa, nelle solite faccende domestiche.
Miriam aveva da ultimare solo una paginetta che non aveva terminato a scuola e in più doveva fare una lettura dal libro, con un paio di domande finali sulla storia. Insomma, niente di troppo impegnativo o troppo lungo. Una attività che, anche a volerla prendere con le maglie larghe, in un’ora al massimo sarebbe stata ultimata senza fatica.

L’ho fatta cuocere nel suo brodo

Si è alzata almeno 43 volte.
Ha fissato la finestra per un tempo indeterminato di minuti consecutivi.
Ha scritto e cancellato esaurendo una gomma da cancellare.
Ha temperato matite. Tutte.
Ha rimesso in ordine i fogli della sua scrivania.
Ha tirato fuori altrettanti fogli, sparpagliandoli in giro.

In tutto questo io non ho detto niente. Non ho fiatato.
In compenso, mi son morsa la lingua, per evitare di urlare e dirne di ogni, almeno ogni quarto d’ora.
Mi sono trattenuta. Ho pensato ad altro. Facevo altro. Guardavo intanto l’orologio.
Il tempo scorreva veloce. La sorella aveva finito i suoi compiti ed ha raggiunto il fratello.
Massimo giocava nell’altra stanza. Volutamente l’ho voluto tenere lontano per non procurarle altre distrazioni.

Si era fatta ora di cena. L’ho chiamata, senza fare domande sui compiti da svolgere. Ha cenato.
Si è rimessa poi alla scrivania, cincischiando ancora con i compiti.
Ad un certo punto, mi affaccio, erano le 21 inoltrate e con tono serio e perentorio le ho detto: “Finiti o no, alle 10 chiudi tutto e si va a dormire.
Occhi sgranati. “Ma, mamma, non ho finito… e domani che dico alla maestra?
Se non hai finito, vai a scuola impreparata e te la vedi tu con la maestra!
“Mamma, ma non ho fatto in tempo… mi scrivi una cosa sul diario tu?”
“Ok. Che ti scrivo? Dunque vediamo, potrei scrivere: Gentile maestra, Miriam, nonostante abbia avuto tutto il pomeriggio a disposizione, non è riuscita a finire tutti i compiti. Scrivo questo?”
“Noooooooooooooooooooo, mamma!!!! E ora che faccio????”
“Ora vai a letto. Domani te la vedi tu. Sono cose tue. Al massimo, se vuoi recuperare, puoi svegliarti una mezzoretta prima domani mattina e terminare quello che ti manca. Ma decidi tu.”

Mattina seguente.
Mi alzo, come ogni mattina, alla solita ora. Faccio per andare in cameretta a svegliare i bimbi e vedo la lucetta della scrivania già accesa: Miriam si era già alzata e stava finendo i compiti. Ci ha messo meno di mezzora a completare tutto perfettamente.

La strategia ha funzionato: a volte, farla cuocere nel suo brodo, funziona, senza troppe minacce e fatica. O meglio, la fatica di stare zitta, per me, quella c’è stata.

Voi avete esperienze del genere da raccontarmi?
Che mi dite?

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2 pensiero su “Farla cuocere nel suo brodo. Funziona.”
  1. Irene, cominciata a settembre la primaria. dopo due mesi – neanche – primo colloquio. Stessa cosa di Miriam: non presta attenzione, non porta a termine gli esercizi nei tempi dovuti. a casa? mah, a me sembra che le sue cose le faccia. certo, coi suoi tempi, ma le porta a termine. c’è anche da dire che io o mio marito solitamente siamo lì con lei mentre fa i compiti, per cui non può distrarsi più di tanto. abbiamo anche adottato il metodo “clessidra” per farle capire che le cose van fatte entro un tot di tempo (questo per tutto, eh: compiti, vestirsi, fare la doccia, occupare il bagno…è una lungona, una vera lumaca. un supplizio , per me che ho sempre i minuti contati); finito il tempo, pronta o no si chiude tutto e amen. a volte funziona, a volte no. per cui accolgo questo tuo post con gratitudine (non sono sola!!! yeeeeeehhhhhh!) e come un gran bel consiglio. se vuoi , ti aggiornerò sui risultati. un abbraccio.

    1. Siamo in tanti ad avere di questi “problemi”, ed ognuno conosce il proprio figlio, quindi sa quale strategia adottare. Per ora sto provando questa, dopo che ne ho provate tante… non so se sia quella vincente, intanto ha funzionato.
      Sì, teniamoci aggiornate!

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