Last Updated on 28 Novembre 2018 by Micaela

La prima elementare è iniziata un po’ in salita: Miriam non è una bimba che affronta le sfide a muso duro e non ama affatto i cambiamenti, anzi, la destabilizzano.
Dopo un po’ di adattamento, un po’ di spiegazioni varie esplicite (molto esplicite) su come funzionano le cose a scuola, dopo aver sbattuto un po’ la testa a destra e a manca, sembra abbia cominciato a imbroccare la strada giusta.

I compiti, ormai li fa in maniera autonoma, dopo che mi sono battuta parecchio per darle l’autonomia necessaria, (non mi andava di farmi il sedere quadrato affianco a lei aiutandola a fare i compiti: lei deve fare da sola, o almeno, ci deve provare) ora è diventata un’abitudine il fare i compiti da sola, a meno di aiuti particolari o dubbi dell’ultimo momento.

Insistere sulla sua indipendenza è stata la chiave che ha fatto scattare la molla, anche se all’inizio non è stato affatto semplice: capricci, scuse inventate, problemi istantanei rimandavano sempre l’inizio dei compiti.

Ma non è di questo che volevo parlare, in realtà volevo parlare di una delle “prime volte” che devono essere segnate nel diario di una mamma. Proprio quelle prime volte che segnano una pietra miliare nella storia della famiglia, nonchè nella storia personale di un figlio, come essere distinto dal genitore, che comincia a percorrere la propria strada e a fare le proprie scelte.
Dicevo, la prima volta di cui sto parlando è la prima volta che ha letto da sola.
Ok, risale ad un paio di mesi fa ormai, almeno subito dopo il periodo di Natale, la sua lettura era faticosa, arrancante, tutta slegata, senza senso, ma era il suo inizio, il suo PRIMO inizio.
L’inizio dell’indipendenza della sua mente, l’apertura della sua conoscenza, i suoi primi passi da sola verso qualcosa che non deve essere più necessariamente veicolato da me o da qualcun altro.

Come sono stati emozionanti i primi incerti passetti da sola, come è stata una conquista togliere il pannolino, come è stato da brivido vederla pedalare in bici senza rotelle, ma vederla leggere… ah, vederla leggere mi incanta, starei a guardarla per ore.
Ora va abbastanza spedita, comincia ad assaporare il piacere della lettura, dello scoprire “Come va a finire…” e all’elaborare quanto letto con la sua testa. Mi piace. Mi riempie di gioia, di orgoglio, di speranze.
Sono felice per lei e che questo sia l’inizio di un brillante cammino verso la conoscenza piena, non soltanto del mondo circostante, ma soprattutto di sè, che è il mondo più unico che esiste.

E siamo arrivati che un sabato mattina, mi alzo e, con occhi stropicciati di sonno, scorgo la sua figura nello studio: lei era già lì all’opera, di buonora, con il suo libro aperto a leggere ad alta voce, mentre il resto della casa era ancora addormentato. Alza lo sguardo su di me, mi sorride e mi dice: “Mamma, sto facendo i compiti, ho pure quasi finito!”… bhè, che dire!? Mi ha fatto realizzare, tutto insieme, come uno tzunami che è grande.

5 pensiero su “L’emozione di vederla leggere”
  1. Tanti auguri a Miriam !
    Ma davvero di cuore! Imparare a leggere è in assoluto una della tappe fondamentali della vita!
    Niente sarà come prima… sarà anche più bello.
    Rossella

  2. Oh cavoli, si alza e si mette a fare i compiti, che brava!!!!
    Per me che amo leggere, aver sentito leggere la prima volta Miciomao e MrD è stata una grande emozione

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