Last Updated on 25 Luglio 2018 by Micaela

Parliamo di compiti per le vacanze, grande scoglio di questo periodo per molti (non solo bambini, ma soprattutto genitori)… alcuni non ci pensano affatto (e fanno bene, ancora c’è tempo!), altri sono già all’opera per non perdere troppo il ritmo e per non dover ricominciare daccapo a pochi giorni dal rientro a scuola, sta di fatto che ci sono.

Lasciando da parte se siano giusti da fare oppure no, non entrando nel merito dell’operato di un insegnante se ha deciso di assegnarli, se ci sono, ritengo che siano da fare. Con calma, senza stress e senza troppe tragedie: sono da fare, magari non tutti in maniera perfetta, ma vanno fatti.

Ecco quindi come mi regolo per fare in modo che i miei figli li svolgano al meglio, senza prenderli come un castigo o una condanna.

Un lungo periodo di stacco TOTALE dai compiti è necessario!

Loro sanno che appena finisce la scuola hanno tutto il diritto di non aprire il libro delle vacanze, non dico niente loro, hanno bisogno di ossigeno, di riposo e di sana noia. Non si devono affannare a completare schede e ripetere tabelline… no.
Questo stacco totale è, in genere di una mesata, proprio per poter “spurgare” il cervello, liberarlo da pensieri e preoccupazioni. Pensare piuttosto a giocare, a correre, a dormire…
In questo periodo, magari, è meglio invogliare a leggere un bel libro, a prescindere che sia stato assegnato come compito oppure no. Anzi, meglio se non sia tra quelli scelti dalla maestra, andate in libreria e sceglietelo insieme, al pari di un giocattolo!
Poi, un po’ per volta, normalmente, a loro viene la curiosità di sfogliare quel libro colorato delle vacanze e di fare qualche pagina qua e là, sempre senza pressioni di alcun tipo.

Iniziare per gradi

Quando poi si decide di prendere il libro delle vacanze, credo che sia meglio lasciare libero il bambino di sfogliarlo come vuole e di fare ciò che desidera, non è necessario che completi le pagine con un determinato ordine, lasciamo che sia lui a dare priorità in base alle sue inclinazioni e le sue voglie.
In fondo, questi libri, sono da considerarsi come una sorta di “settimana enigmistica” per bambini, un gioco, un passatempo anche da svolgere sotto l’ombrellone in certi sensi.

I tempi: fare un calendario

A questo punto, se il tempo passa e la scuola si avvicina, parliamo con lui e diamogli completa responsabilità della cosa.
Mettiamolo di fronte ai fatti: “mancano tot giorni alla scuola, decidi tu se e come fare i compiti, ma sappi che è una tua responsabilità completarli.”
Aiutarlo, nel caso, a stilare un calendario con piccoli obiettivi fattibili.

I tempi: basta un’oretta scarsa, non di più

Lasciamogli scegliere in quale momento del giorno preferisce svolgere i compiti: di prima mattina? Dopo pranzo? Nel tardo pomeriggio?
Ciò che riteniamo comodo per noi, potrebbe non esserlo per lui.
I tempi di concentrazione, in estate, cambiano. Si ha voglia di stare all’aperto, di giocare con gli amici, fa caldo… non si ha voglia di stare seduti ad un tavolo con il naso tra i libri, del resto, a voi andrebbe?
Quindi, piuttosto che stare ore e ore lì sulla scrivania, senza concludere nulla, meglio un’oretta scarsa, ma produttiva!
Poco, ma buono.

Tanta autonomia

Il fatto di lasciare in autonomia il bambino in fatto di tempi, modi e contenuti, è un modo, non solo per responsabilizzarlo, ma anche per noi di non dover stare al chiodo seduti accanto a lui a guardarlo fare i compiti. Questa è una cosa che detesto proprio tanto!
Certo è che se ci sono dei problemi di comprensione, dei chiarimenti, corro in aiuto, è ovvio, ma non perdo un’ora lì seduta… a fare che!? I compiti sono i SUOI, non i MIEI. Ho già lungamente dato di mio, direi.
E se il bambino non è abituato a fare così, forse è il momento giusto per iniziare e questa buona abitudine potrebbe perdurare nel tempo, anche una volta che ricomincia la scuola, non soltanto per svolgere i compiti per le vacanze, non credi?

E se proprio non riesce a finirli?

Non sarà di certo la morte di nessuno se non si termina fino all’ultima pagina dell’ultimo argomento trattato sul libro.
Le insegnanti non si sono mai mangiate nessun bambino, che io sappia, non sono delle streghe a due teste che si nutrono di questo.
Certo è che se il bambino non ha perso del tutto l’allenamento, è meglio e il punto è proprio questo, non le nozioni mnemoniche che possa contenere il loro cervello.
A maggior ragione se il bambino è riuscito a regolarsi autonomamente, gestire tempi e cose da fare e si è impegnato anche minimamente a svolgere il suo UNICO compito. Se non si finisce il libro, non è la fine del mondo. Non lo è.

Che ne pensi? Potrebbe esserci qualche altro suggerimento da aggiungere a questa lista?

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