Last Updated on 24 Giugno 2023 by Micaela

Torna sul grande schermo il mitico Indiana Jones (Harrison Ford) per una nuova mirabolante avventura e dopo quindici anni dall’ultimo film, finalmente Indy ci intrattiene come soltanto lui sa fare.

Gli ingredienti tipici della saga di Indiana Jones ci sono tutti: avventura, storia, mistero, enigmi, inseguimenti, trappole, ironia. C’è esattamente tutto come ce lo aspettavamo. Ma non si tratta di una forzata ricalcatura delle vecchie storie, c’è quel pizzico di novità e quegli elementi che rendono il film attuale.

La storia è come se fosse un passaggio di testimone da Indiana Jones insegnante universitario andato in pensione che prova a insegnare la storia antica ad una generazione che ormai è tutta proiettata verso il progresso e il futuro ed Helena (Phoebe Waller-Bridge, la protagonista di Fleabag per intenderci) la figlia del suo storico amico e collega che dal padre ha ereditato la passione per l’archeologia e i misteri.

Il confronto generazionale

La giovane donna è molto competente e pragmatica, tutta volta a far fruttare la sua sapienza trasformandola in profitto. Indiana Jones, al contrario, lavora per il puro amore del proprio lavoro, che non sente come tale ma che definisce la sua vera essenza di essere umano. In sostanza è un confronto tra generazioni questo, più che attuale direi. Una nuova concezione di esistenza, di lavoro e di sopravvivenza.

Ed è proprio lei a risvegliare in Indiana la voglia di buttarsi in una nuova avventura. Infatti ha ritrovato un vecchio cimelio dotato di poteri misteriosi.
Ovviamente Indiana Jones non può lasciarsi scappare questa grande occasione per chiudere in bellezza una carriera costellata di successi, ma ultimata con uno strascico di indolenza.

Così, sulla scia di una vecchia storia risalente all’epoca nazista, i due si mettono sulle tracce di un marchingegno realizzato da Archimede in persona. Questo percorso li porta fino in Sicilia, dove Archimede ha trascorso parte della sua vita e dove ha visto il declino della civiltà greca a favore di quella romana. Un passaggio cruciale per la storia del mondo intero.

Il villain della storia

Allo stesso congegno è interessato anche il villain della storia, interpretato da un più che convincente Mads Mikkelsen. Si tratta di un nazista, un brillante fisico, che vuole appropriarsi della macchina del tempo . Il “cattivo” di turno non è il solito malvagio sempliciotto e goffo, che non sa con chi ha a che fare e che non dimostra le proprie abilità. Il racconto di questo personaggio è sfaccettato e interessante. La sua personalità incuriosisce, così come affascina il suo modo di fare enigmatico. Fino alla fine ci si chiede dove voglia andare a parare e perché.

Le novità di Indiana Jones e il quadrante del destino

Nel corso della storia ritroviamo qualche vecchio volto conosciuto e anche di nuovi. Sono infatti questi ultimi che apportano quella ventata di novità e di nuova narrazione all’intero racconto. In particolare, il personaggio femminile di Phoebe Waller-Bridge non è la solita donna strillante, che si lascia trasportare dagli eventi, che crea solo guai e che deve essere salvata dall’indomito eroe. Helena è una esperta di storia, che parla le lingue antiche, che decifra codici e che risolve situazioni girandole a proprio vantaggio. E’ colei che non teme di scompigliarsi i capelli o di sporcarsi la camicia candida andando nelle grotte sotterranee alla ricerca dell’oggetto tanto ambito. E’ quella che non si lascia fuorviare da inutili romanticismi.

Un nuovo racconto di donna: Helena

Helena è la donna del nostro tempo, non è semplicemente la spalla di Indy, ma è determinante per il racconto della storia. Phoebe Waller-Bridge è davvero perfetta nel ruolo, convince e dà spessore al suo personaggio. A dirla tutta, sarà che ho incollato Phoebe al suo personaggio di Fleabag, fino all’ultimo ho temuto cominciasse a parlare rivolta alla telecamera, come era solita fare nella serie tv. In quel caso, giuro, mi sarei alzata e me ne sarei andata dalla sala all’istante, tanto mi urta questo genere di stile narrativo. Se me lo avesse fatto anche con Indy…

Non solo la passione per storia e archeologia

Altro elemento di novità in questo capitolo di Indiana Jones è l’interesse per la matematica che viene risvegliato (o forse instillato per la prima volta) dalla saga.
La macchina del tempo di Archimede (Antikythera) è in grado di svolgere una serie di calcoli complicati e di codici che rimandano all’attuale crittografia, il che è ciò che interessa al fisico nazista, è chiaro. Quindi questo racconto è il punto di raccordo tra il mondo della storia e quello delle scienze cosiddette dure.

La macchina Antikythera

La macchina a cui si fa riferimento nel film è un reperto reale ed è conservato attualmente nel Museo Archeologico Nazionale di Atene. Non si sa con certezza se Archimede ne sia l’inventore. Gli studi confermano che risale al suo stesso periodo e proviene dalle zone in cui viveva il matematico. Da qui è facile fare il collegamento.

La storia di questo congegno è molto interessante e il film riporta parzialmente la storia reale dell’Antikythera (per i più curiosi, rimando al sito di Focus, che spiega molto bene). Chiaramente nella sceneggiatura del film la macchina possiede un potere che almeno finora non è stato confermato… chissà!

L’accoppiata Ford-Spielberg è di nuovo vincente

Tornando al nostro film, mi è piaciuto molto e non solo perché sono ormai una vecchia nostalgica, ma perché è proprio ben fatto in ogni suo aspetto. E’ sicuramente un film che porterà al cinema intere famiglie, che appassionerà anche le nuove generazioni all’archeologia e che risveglierà quella vena malinconica in noi cresciuti negli anni ’80 e ’90. Insomma, Indiana Jones ci saluta come soltanto lui sa fare e non ci delude nemmeno per un secondo.

Indiana Jones e il quadrante del destino è al cinema dal 28 giugno 2023.

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