Last Updated on 14 Luglio 2017 by Micaela

Durante una festa, ho visto una coppia: moglie e marito da sempre, entrambi intorno agli 80 anni, lui ne dimostra almeno 90, lei molti di meno.
Lui seduto sulla sua sedia a rotelle, lei di fianco, che non smetteva mai di darsi da fare per lui e per tutti gli altri presenti, tipico della generazione delle nostre mamme e delle nostre nonne.
Forse la loro realizzazione sta proprio nel fatto di rendersi utili e indispensabili per tutta la famiglia. E questo, sicuramente, è amore, se fatto come  lo faceva lei.

Spesso lei si chinava verso di lui, lo guardava, lo accarezzava, gli puliva la bocca, gli avvicinava l’orecchio per capire cosa volesse dire e lo faceva senza ansia, senza pressioni, ma con una fluidità e serenità, che donavano ad ogni singolo gesto normalità ed eccezionalità al tempo stesso.
Sempre con garbo e col sorriso, il tutto la rendeva eterea, sembrava luminosa come una Madonna.
Lui risvegliava il suo sguardo intorpidito solo quando i suoi occhi incontravano la figura di lei, solo in quell’istante riprendevano a guardare veramente, anzi, ad osservare. Forse è proprio questo ciò che si vuole intendere quando si dice: “Non aveva occhi che per lei“.
Intorno a loro un gran vociare, parenti e amici che chiacchieravano, si scambiavano battute, auguri, alzavano i calici, quasi non badavano alla presenza di loro due, o se lo facevano, era per qualche fugace istante, per poi immergersi nelle chiacchiere con qualcun altro.
Invece, loro due erano come ovattati nel loro mondo, fatto di sguardi ed intesa immediata. Fatto di piccoli gesti, tanto piccoli quanto grondanti di amore pure.
Erano felici di avere tutti i loro cari attorno, ma al tempo stesso si bastavano l’uno con l’altra, avevano già ciò di cui avevano bisogno: se c’era l’altro il mondo era già completo così.
Niente di ciò che facevano era sottolineato o volutamente fatto per dimostrare qualcosa a qualcuno, per farsi notare, ma era fatto in silenzio, senza badare a quello che accadeva tutto intorno.
Le rughe, i malanni, il tempo, le difficoltà trascorse, i dolori e le gioe… tutto era segnato nei loro occhi, si poteva leggere tutto in ogni solco della loro pelle.

La cosa bella era la serenità che trasmettevano entrambi.

Il loro è un amore che va oltre alla passione, oltre ai progetti di vita futura, oltre ai sogni, è un amore fatto di ora. Di presente. E’ un amore fatto di briciole insignificanti di esistenza estemporanea.
Lei ad un certo punto si è chinata davanti a lui e gli ha porto una pasticca, con un bicchiere d’acqua. Un gesto banale questo, si direbbe, no?
Un groppo in gola mi annoda il respiro.
Il modo con cui si compie quel gesto, era carico di amore, di venerazione. E lui, sorridente come se fosse la prima pasticca della sua vita, invece dell’ennemilionesima di una terapia infinita, l’ha ringraziata con un solo cenno del capo e l’ha mandata giù come se fosse cibo divino.

Cosa è veramente l’amore?

Ancora non so, di preciso, cosa sia veramente l’amore, o meglio, dove inizia il sentimento vero e dove finisce la nostra illusione dello stesso, come in tutto questo si intreccia il nostro bisogno di non essere soli e di volere esattamente quella persona, come possa distinguersi dall’abitudine, ma so per certo che quanto ho visto quella sera, è qualcosa che si avvicina di tantissimo all’amore, quello vero, quello con su scritte le parole “Per Sempre”!

questo è amore

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