Last Updated on 10 Febbraio 2020 by Micaela

Siamo grandi appassionati dei supereroi della Marvel da sempre.
Tutti e cinque: sia noi genitori e sia tutti e tre i bambini. Sì. Anche le femminucce. Perchè i supereroi sono davvero fighi e sono gender-free! Non sono tutto muscoli e niente cervello, anzi, tutt’altro. Oltre ad un bel cervello, hanno anche sentimenti e messaggi da veicolare più che positivi: contro il bullismo, pro l’amicizia vera, la collaborazione, il superamento dei pregiudizi, nel credere in se stessi …
Abbiamo tanto da imparare da loro.

Marco è cresciuto con il suo mito Superman. Al quale poi, si sono affiancati Batman e Spiderman. Direi che sono le colonne portanti dei supereroi.
E riguardo me, ricordo ancora quando per la prima volta i miei mi accompagnarono al cinema a vedere uno dei film della saga di Superman: ero alle elementari, forse in quarta o in quinta, e si misero d’accordo con i genitori di un mio compagnetto di classe per andare tutti insieme. Ricordo il senso di emozione e di pathos che ho vissuto guardando le vicende di Clark Kent, ricordo anche vagamente che verso fine film, mi sono ritrovata mano nella mano con il mio amico… ma vabbè, questo c’entra poco.

Dicevamo: adoriamo i supereroi.

Massimo è super appassionato di Spiderman, sin da quando aveva meno di due anni, tanto da conoscere a menadito la sua storia, il nome dei protagonisti e degli antagonisti, tutti i dettagli e le vicissitudini. Mi ha fatto leggere e rileggere il libro milioni di volte, è da sempre l’intrattenimento preferito.
Non parliamo poi durante il soggiorno all’ospedale: ringrazio la Marvel per aver creato tutti quei film su Spiderman, abbiamo intrattenuto con i dvd e il mio pc portatile almeno un paio di ragazzini per volta, creando una sorta di cameretta cinema al Bambin Gesù.
Almeno un paio d’ore del pomeriggio scorrevano relativamente tranquille. Mancavano solo pop-corn e cocacola, ma avevamo biscotti e succo di frutta, quindi, i bimbi non possono lamentarsi.
A proposito: propongo agli ospedali pediatrici di prevedere una sala cinema, da qualche parte nelle loro strutture… oppure chiedo la luna? Può essere! Ma magari, Mr Marvel ci ascolta e con i superpoteri riesce a realizzarla, oppure ci ascolta proprio Tony Stark che, con i suoi potenti mezzi, potrebbe farcela trovare nel giro di una notte, ai piccoli pazienti delle strutture ospedaliere!

Comunque sia, ecco gli aggiornamenti sul braccino di Massimo.
Dopo aver tolto il gesso, abbiamo buttato alle spalle il fastidio di quel peso addosso ad un corpicino così piccolo, non abbiamo più l’inconveniente del “come diavolo lo vesto con questo freddo?!” e al prurito. Ma.
Ma, siamo andati a sbattere a brutto muso addosso a quelle che erano le difficoltà che i medici ci avevano paventato: riabilitazione dell’articolazione del gomito lunga e difficile e, soprattutto la ripresa completa del funzionamento di due dita della mano sinistra, a causa della lesione del nervo relativo.
Ecco, questa è la parte che, sebbene sia una passeggiata dal punto di vista fisico, per me, (niente nottate insonni, niente ospedale e soprattutto Massimo che circola libero per casa), è quello che ci fa maggiormente impensierire: il solo balenio nella testa dell’eventualità che Massimo possa non riprendere completamente l’uso della mano, mi affligge, mi incazza, mi tortura.

L’inizio della fisioterapia a casa con un bambino

Al controllo, l’ortopedica ci ha fatto vedere dei facili esercizi che Massimo deve svolgere quotidianamente a casa insieme a noi, anche più volte al giorno, per riprendere la mobilità del gomito.

E ci ha avvisati che fare fisioterapia a casa con un bambino potrebbe non essere facile, soprattutto se lui non collabora. Ma bisogna provarci, prima di rivolgerci altrove.

Per il nervo, è un’altra storia. Lì i tempi di ripresa, ha detto che sono molto più lunghi e che noi si può fare ben poco. Ciò che possiamo fare è muovergli le falangi delle dita coinvolte in modo da non perdere l’elasticità delle articolazioni e per agevolare la circolazione del sangue.

Il caso ha voluto che il tutto è coinciso con il periodo di vacanze di Natale. Periodo nel quale siamo stati tanto insieme. E Marco si è impegnato tanto a stare insieme al piccoletto, a giocare con lui e a coinvolgerlo negli esercizi.
Sono dolorosi. Non è facile riprendere la funzione del gomito quando è stato fermo per 40 giorni con un paio di chiodi dentro.
Non è facile per un adulto, immaginiamo per un bambino di 4 anni.
Sopportare la fatica, il dolore e la frustrazione… non è affatto facile.

Poi abbiamo conosciuto la storia di Capitan America. E, in particolare, ci siamo appassionati al film Civil War. Se non l’avete visto, è esaltante!
Avete presente la scena in cui il capitano Roger cerca di trattenere un elicottero durante la fase del decollo?
Eccola.

cap-elicottero

Lui, con i muscoli tesi, tutta la forza possibile, i denti stretti e la volontà di farcela.
Vedi Massi? Anche se lui è l’uomo più forte del mondo, l’uomo invincibile, vedi come sopporta la fatica e soffre? Anche i supereroi devono impegnarsi e mettercela tutta, non soltanto i bambini. Non è facile, lo vedi? Ma bisogna farcela!
Questa scena l’ha voluta vedere e rivedere mille volte.
Ora quando fa gli esercizi per il gomito, alza la testa verso l’alto e fa quella stessa smorfia, scoprendo i denti stretti, forse immaginando di trattenere un elicottero.
E ce la sta facendo… piano piano… quell’elicottero non riuscirà a decollare.

Il mio piccolo supereroe.

Al prossimo che mi dice che i supereroi non esistono e che sono soltanto favolette, faccio assaggiare il mio calcio roteante.

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2 pensiero su “Supereroi e fisioterapia”

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