Last Updated on 14 Luglio 2017 by Micaela

Per il nostro decimo anniversario di matrimonio, ci siamo regalati un viaggio come si deve, come non facevamo ormai, dalla nostra luna di miele alle Maldive.
Abbiamo trascorso un weekend a Barcellona. Da soli. Senza bambini. Avevamo proprio voglia di celebrare la coppia. Noi due e nient’altro. Abbiamo pensato che il mondo avrebbe continuato a girare anche senza di noi.

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Tra i mille progetti che in questi dieci anni abbiamo avviato e realizzato, non c’era spazio per i viaggi. Non potevamo concederci questo “lusso”.
Per una data così importante, ora che i bambini sono tutti e tre più gestibili contemporaneamente (ringrazio ancora la mia mamma che ha portato avanti le redini della casa egregiamente, sia santa e benedetta la nonnitudine!), abbiamo deciso che era giunto il momento di farlo ed abbiamo scelto una meta che ci allettava parecchio entrambi: Barcellona.

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Barcellona: la città di Gaudì…

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E’ la città degli artisti, la città dei giovani, la città del moderno e dell’antico, la città che ricorda il passato ma non ne è intrappolata, la città dalle mille opportunità, la città che non dorme mai…

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Non conoscevo affatto questa città. Marco c’era già stato in passato e quando gliel’ho proposto, ha accettato con parecchio slancio.

Ne avevo sentito parlare parecchio di Barcellona, con la sua movida, i suoi colori, il suo sapore europeo e al tempo stesso tipico spagnolo, ma mai e poi mai avrei immaginato di quanto mi sarei innamorata di lei.

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Esiste il mal d’Africa, mi chiedo: esiste anche il mal di Barcellona, che appena vai via non vedi l’ora di tornarci?

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Abbiamo trascorso 3 giorni camminando quasi senza sosta. Non ci stancavamo mai di rapire con gli occhi angoli caratteristici di questo posto, di afferrare istanti unici in vicoli, piazze, panorami, cattedrali e immersi in quel mondo così vicino e allo stesso tempo così distante dal nostro.

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Ci siamo divertiti molto, abbiamo girovagato senza meta precisa, seguendo l’istinto e le voglie del momento, senza preoccuparci di orari e di esigenze se non le nostre.
Abbiamo svuotato la mente dalle solite preoccupazioni, abbiamo vissuto camminando ad un metro da terra, sorprendendoci a fare i cretini come al solito e più del solito.

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Come visitare Barcellona

Se volete consigli per visitare Barcellona, questo non è il post giusto, qui non vi dico cosa andare a vedere, cosa fare…. l’unico consiglio che mi sento di dare è quello di passeggiare intorno alle classiche mete che vengono segnalate nelle guide turistiche, di scoprire angoli non segnalati e di scovare posti unici immergendovi nella gente che popola questa città stupenda.

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Abbiamo sorseggiato caffè passeggiando, abbiamo visitato luoghi incantati, abbiamo ascoltato musica ad ogni angolo di strada, abbiamo parlato uno spagnolo improvvisato che tanto ci faceva ridere, abbiamo assaporato ogni singolo istante ben sapendo che si stava al di fuori della realtà, della nostra realtà.

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E siamo tornati poi al nostro mondo. Ad abbracciare i nostri figli. A raccontare loro di quante belle cose abbiamo visto e fatto, di come un giorno andremo in quei posti anche in loro compagnia…
Ed abbiamo visto, riflessa nei loro occhi, la stessa gioia che avevamo noi nel raccontare le nostre imprese spagnole. Hanno voluto sapere un sacco di cose e gliele raccontavamo condendole con aneddoti e battute. E abbiamo riso tanto.

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Come definisco il nostro amore? Il nostro è un amore “estremo”
E’ estremo perché è partito in quarta, senza troppi preamboli, certi che la nostra strada fosse questa, l’unica percorribile.
E’ estremo perché abbiamo mantenuto le intenzioni e le promesse fatte, ancora convinti come il primo giorno.
E’ estremo perché ci impegniamo affinché le cose funzionino, se non proprio magnificamente, almeno nel migliore dei nostri modi possibili.
E’ estremo perché non ci siamo voltati le spalle quando uno dei due stava vivendo un momento difficile. E’ estremo perché non è fatto di silenzi. E’ estremo perché l’essere complementari ce lo siamo costruito nel tempo. E’ estremo perché nelle prove che avrebbero fatto traballare anche il Colosseo, notoriamente in piedi da 2000 anni, noi siamo ancora qui, con i piedi ben piantati per terra e la testa fra le nuvole e non abbiamo intenzione di mollare. Anzi.

Non è estremo come una corsa da una rupe per lanciarsi col parapendio, non è estremo come un salto da un ponte con un elastico legato in vita, non regala quella botta di adrenalina momentanea, tipica proprio perché non sai cosa accade dopo, non ti fa sudare i piedi e le mani dall’emozione istantanea, non stupisce per la novità…
E allora no, non è estremo inteso in questo senso.
Il suo vero essere “estremo” è perché siamo rocce incollate, perfettamente adattate, tra le cui fessure nascono papaveri, noi due siamo entrambe le spalle di Atlantide, che sorregge il nostro mondo, siamo le Colonne d’Ercole, ai limiti delle terre conosciute, che si spostano in avanti man mano che la conoscenza viene appresa, siamo cielo e mare che si specchiano l’uno nell’altro…

Ditemi voi se non è estremo tutto questo!

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2 pensiero su “Viaggio a Barcellona ed un amore estremo”
  1. che belle parole Micaela! Il vostro amore è estremo perchè resiste, nonostante la fatica. L’amore vero non è effimero e bello come una farfalla, ma fermo e a volte spigoloso, come di una roccia montagna, da cui spunta una stella alpina!
    trovare spazi a due è rigenerante. Noi l’anno passato ci siamo concessi tre giorni scarsi a Parigi. Viaggiare da soli è inebriante, ma allo stesso tempo tornare a casa bellissimo.

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