Last Updated on 9 Settembre 2022 by Micaela

Corro da te è il film di Riccardo Milani, del 2021, con Pierfrancesco Favino e Miriam Leone.

Una commedia senza troppe pretese, che tocca il tema di come può essere la vita di un disabile, tra difficoltà e conquiste, senza scadere nel melenso e nel compatimento, ma buttandola sul lato ironico e consapevole.

Questo è l’aspetto migliore del film, il resto è tutto alquanto scontato.

Corro da te – la storia

Gianni è un dongiovanni patologico e incallito.
Ed è patologica anche la sua mania di sembrare ancora aitante e giovane.
Infatti, alla soglia dei 50 anni, continua a comportarsi da eterno ragazzino, entrato com’è nella sua quarta adolescenza, forse.
Si considera un uomo di successo negli affari e con le donne, è tenuto a modello ed invidiato dalla sua combriccola di amici di sempre, che vedono in lui il proprio riscatto da una vita monotona e monogama.
Gianni è il classico tipo da una botta e via, colui che non vuole impegnarsi in rapporti duraturi, quello che quando guarda una donna (preferibilmente con la metà dei propri anni), vede un paio di tette e un paio di cosce, niente di più. Nel film si fa più volte riferimento ad un rapporto con la madre conflittuale e poi inesistente, tanto da arrivare in ritardo al funerale della donna.
E sì, come in ogni cliché che si rispetti, la colpa della stronzaggine del figlio in amore, è evidente che ricade su questo rapporto incompiuto e incompleto con la madre. E come ti sbagli!?

Si imbatte in Chiara, la donna più distante dal suo solito “target”. Chiara è un po’ più grande delle sue solite frequentazioni e cosa ancora più “strana” è che è sulla sedia a rotelle. Sì, Chiara è disabile, ma questo non le impedisce di essere di successo, determinata, di avere talento e interessi. Non le impedisce di essere circondata da belle persone e da una famiglia unita e solida.
In fin dei conti, guardando le loro due vite, salta evidente l’abisso che li separa.

Nemmeno a dirlo questa diventa una sfida per Gianni, vuole assolutamente avere anche lei, per riuscire a completare la sua collezione di bambole.

Eppure, come in ogni bella commedia romantica che si rispetti, Chiara riesce a far capitolare il dongiovanni e a fargli battere il cuore come non era mai riuscita nessun’altra.

Banalotto, peccato!

Il film ha un buon ritmo, l’intesa tra Favino e Leone è ottima, la storia alquanto banale ma a tratti è divertente. Insomma, piacevole da vedere. Del resto, quando c’è Favino, si riesce ad alzare il livello del film anche se impersonasse il ruolo di Grande Puffo.

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